Draghi: “La Bce è pronta a qualunque eventualità sulla Brexit”

Liquidità sono "disponibili e attivabili"

GIU 21, 2016 -

Roma, 21 giu. (askanews) – La Banca centrale europea si è preparata “a qualunque eventualità” in caso di voto favorevole alla Brexit, al referendum che si terrà giovedì in Gran Bretagna. “Abbiamo fatto tutti i preparativi necessari”, ha affermato il presidente Mario Draghi, durante la consueta audizione trimestrale al Parlamento europeo.

Il banchiere centrale non ha voluto spingersi oltre, né si è voluto sbilanciare ipotizzare i diversi scenari possibili. “Sarebbe molto difficile”, ha spiegato. Ad ogni modo “per quanto ci attiene, principalmente si tratterebbe di stabilizzare i mercati e di assicurare liquidità. Ci siamo accertati che siano disponibili e attivabili”.

Il primo impatto alla chiusura delle urne, quale che sia la decisione dei britannici, sarà sul mercato dei cambi valutari, che è anche quello maggiormente osservato dalle Banche centrali e legato a doppio filo con le loro misure.

Da settimane viene riportato da concordanti ricostruzioni di stampa che la Banca d’Inghilterra, assieme alla Bce e alla Federal Reserve americana hanno allestito una sorta di rete di protezione con cui contenere l’eventuale iper volatilità, che dovesse scaturire da un voto a sfavore dell’Ue. Un meccanismo che si basa sulla possibilità di effettuare immediate iniezioni di liquidità, sia in sterline, sia in dollari che in euro mediante accordi di “swap” con le due grandi consorelle.

Ma al di là delle Brexit, Draghi ha richiamato l’attenzione ai problemi di fondo dell’Ue. “Dobbiamo concentrarci nel rendere più forte la nostra dimora comune, l’Europa. Cittadini e mercati devono essere certi della nostra capacità di gestire le sfide comuni che fronteggiamo”.

E questo, ha avvertito, richiede riforme strutturali su più versanti. Ad esempio sul mercato del lavoro, dove la disoccupazione resta troppo alta. Specialmente tra i giovani. E questo può dipendere da vari fattori. “Può dipendere da alcune leggi” introdotte nei decenni passati, “ma anche da un sistema di educazione che non produce le giuste qualifiche”. E poi c’è in molti Stati il problema dei salari dei neo assunti, molto bassi. “In certi casi – ha detto Draghi – sono a livelli analoghi a quelli degli anni ’80” del secolo scorso. Infine, in alcuni Paesi a frenare lo sviluppo possono essere anche i tempi eccessivamente lunghi della giustizia.

Ma ci sono anche segnali incoraggianti. La ripresa economica dell’area euro “ha guadagnato slancio a inizio anno”, ha rilevato. E “si prevede che proceda ad un ritmo moderato ma costante, sostenuta dalla domanda interna e dalle nostre misure di politica monetaria”.

Ma resta appunto moderata e con l’inflazione ancora “sottotono”, e destinata a restare bassa nei mesi a venire, e soprattutto con “l’incertezza elevata”, la Bce ribadisce di esser “pronta a utilizzare tutti gli strumenti disponibili nel nostro armamentario, se necessario a raggiungere il nostro obiettivo” di stabilità.

“Seguiremo attentamente l’evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi”, ha detto Draghi. Più esplicitamente, ha ribadito che quello che potrebbe innescare un intervento della Bce è un evento, o una combinazione di fattori che dovesse provocare un “inasprimento di fatto” non voluto della politica monetaria. Peraltro ci sta ancora un intervento monetario che deve dispiegarsi: domani, ha ricordato il capo della Bce, si terrà la prima nuova asta di rifinanziamento agevolato di lungo termine, mirato all’economia reale (Tltro II).

Ma anche le politiche di bilancio devono fare la loro parte. Dopo anni di austerità spesso troppo basata su aumenti delle tasse e tagli agli investimenti, e spesa corrente ferma, sempre rispettando i dettami del Patto di stabilità e di crescita “penso che sia molto importante ripristinare i livelli degli investimenti pubblici, che restano del 10 per cento più bassi rispetto ai livelli pre crisi, che pure non erano storicamente elevati”.

“E diventa molto importante essere molto selettivi – ha concluso Draghi – focalizzarsi sul capitale umano, sull’istruzione, sulla ricerca”.