Italia-Usa, rischi export Italia da Trump?Varricchio “direi di no”

Ambasciatore Italia a Washington ad America 24 su prospettive TTIP

MAG 9, 2016 -

Roma, 9 mag. (askanews) – Armando Varricchio, nuovo Ambasciatore d’Italia negli Usa getta acqua sul fuoco dei rischi sull’export italiano di una eventuale vittoria nella corsa per la Casa Bianca di Donald Trump. A Washington c’è un rischio che la minaccia di tariffe del 45% per paesi che si avvantaggiano degli Stati Uniti possa essere estesa all’Italia in caso di vittoria di Trump? “Direi di no”, ha risposto Varricchio ai microfoni di America24 di Mario Platero su Radio 24 sul futuro del TTIP. “Dobbiamo ovviamente considerare – ha spiegato – che siamo nel mezzo di una campagna elettorale dura, nella quale i candidati si scontrano utilizzando tutti gli argomenti e utilizzano anche toni forti. Un po’ da tutte le parti si è sentito nelle ultime settimane un dubbio crescente sull’interesse americano a seguire questi accordi di liberalizzazione commerciale: l’accordo con il Pacifico e quello con Unione Europea, il TTIP. Io credo che in questo momento, al di là della comprensibile polemica elettorale, siano in gioco due diverse visioni: l’integrazione e quella che porta ad una chiusura delle singole aree commerciali.”

Varricchio, rispondendo ad una domanda sulla possibilità che la posizione di chiusura degli Stati Uniti su alcuni punti quali l’apertura degli appalti pubblici e l’inserimento dei servizi finanziari sia negoziabile, risponde: “Siamo certamente nell’ambito di un negoziato, un negoziato duro, difficile, nel quale ha un effetto diretto la polemica elettorale ed il fatto che l’amministrazione americana ha un rapporto complicato con il Congresso, che al momento ha una maggioranza repubblicana. Ma tutto si deve mettere sul tavolo. Per questo come Italia confermiamo di essere a favore dell’apertura. Non abbiamo paura del confronto. Le nostre esportazioni hanno un caratteristica che li distingue, la qualità. Ma vogliamo che questa qualità venga riconosciuto e tutelata, e soprattutto, come si dice in questi casi, che nel mercato si possa competere ad armi pari.”