Intel taglia 12.000 posti, utili trimestrali sopra le stime

I ricavi hanno deluso, tagliate le attese per la loro crescita

APR 20, 2016 -

New York, 20 apr. (askanews) – Cura dimagrante per Intel, che punta a diventare un’azienda forte nel cloud computing. Il produttore di microprocessori ha annunciato un taglio di 12.000 posti di lavoro entro metà 2017, l’11% della forza lavoro complessiva. Lo ha fatto ieri congiuntamente alla pubblicazione di una trimestrale con utili leggermente sopra le stime ma ricavi deludenti. Il gruppo ha per altro messo in guardia: il fatturato nell’intero anno fiscale crescerà soltanto a cifra singola. Forse anche per questo al direttore finanziario Stacy Smith, da 28 anni nell’azienda, verrà affidato un nuovo compito non appena sarà trovato il suo successore: la guida delle vendite e delle attività manifatturiere arrivando a supervisionare “circa la metà delle persone nel gruppo”, ha spiegato l’amministratore delegato Brian M. Krzanich.

Gli esuberi, che si confrontano con un totale di 107.300 dipendenti a fine 2015, fanno parte di una strategia volta non solo a ridurre le spese ma anche a creare le risorse da investire al di fuori del mercato dei pc, in costante contrazione. Si punta su aree più redditizie come quelle dei data center, dell’Internet delle cose, dei chip per la memoria e del cloud computing. La ristrutturazione si tradurrà in oneri per 1,2 miliardi di dollari nel secondo trimestre fiscale ma garantirà risparmi per 750 milioni nell’anno in corso; entro la metà del 2017 dovrebbero essere pari a 1,4 miliardi annualizzati.

“Queste azioni porteranno a un cambiamento di lungo termine che permetterà a Intel di essere un leader per un mondo più connesso e smart”, ha spiegato Kraznich dicendosi “fiducioso che emergeremo come un’azienda più produttiva”.

Quanto ai conti, nei tre mesi terminati il 2 aprile scorso Intel ha registrato utili netti pari a 2 miliardi di dollari, o 42 centesimi per azione, in rialzo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2015, quando i profitti per azione erano stati di 41 centesimi per azione. Al netto di voci straordinarie, il risultato è stato pari a 54 centesimi, in aumento dai 45 dell’anno prima e meglio delle attese degli analisti per 48 centesimi. I ricavi sono passati a 13,7 miliardi, il 7% in più dai 12,8 miliardi dei primi tre mesi dello scorso anno, sotto i 14,16 miliardi previsti dal mercato ma meglio dei 13,5 miliardi calcolati dal gruppo prevedendo una variazione aggiuntiva sia al rialzo sia al ribasso di 500 milioni.

“I risultati del primo trimestre raccontano la trasformazione strategica in corso di Intel, che procede bene e accelererà nel 2016”, ha commentato l’a.d. Krzanich. “Stiamo evolvendo da un’azienda centrata sui pc a una che alimenterà il cloud e miliardi di dispositivi connessi e intelligenti”, ha aggiunto.

I conti di Intel sono stati organizzati in un nuovo modo tale da fornire più dettagli su tre delle sue aree di business, inclusa quella che include la recente acquisizione di Altera e che si chiama “programmable solutions group” (ha generato 359 milioni di dollari). La divisione dell’Internet delle cose ha messo a segno un aumento dei rivavi del 22% a 651 milioni; quella “Client Computing Group” – che comprende chip per pc e smartphone – ha visto 7,549 miliardi di ricavi (+1,7%); in quella “Data Center Group” – che include microprocessori per server – il giro d’affari è stato di 3,999 miliardi (+8,6%).

Per il 2016, Intel ha abbassato le stime di crescita, non più viste tra la singola e la doppia cifra.

In attesa dei conti, arrivati ieri a mercati chiusi, Intel aveva perso lo 0,16% a 31,6 dollari. Nel dopo mercato ha ceduto l’1,9% dopo essere arrivato a scivolare di quasi il 3%. Da inizio anno ha lasciato sul terreno il 6% circa.