Iva, ecco i 4 piastri della rivoluzione Ue, nel mirino le frodi

170 mld di divario tra gettito atteso e effettivamente incassato

APR 7, 2016 -

Roma, 7 apr. (askanews) – Un sistema unico europeo (futuro) sull’Iva, assieme a misure a breve termine per combattere le frodi; l’aggiornamento del quadro delle aliquote e una serie di opzioni per concedere maggiore flessibilità agli Stati membri nel definirle. Infine, dei progetti per semplificare le norme Iva in materia di commercio elettronico, nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, e per un pacchetto di imposta sul valore aggiunto che faciliti la vita alle imprese piccole e medie. Sono i quattro pilastri del un piano d’azione per riavviare l’attuale sistema dell’Iva nell’Ue, presentato oggi dalla Commissione europea.

L’obiettivo dichiarato è rendere il sistema più semplice, più a prova di frode e favorevole alle imprese. Le attuali norme devono essere aggiornate con urgenza per sostenere al meglio il mercato unico, facilitare gli scambi transfrontalieri e stare al passo con l’economia odierna, che è digitale e mobile. Anche e soprattutto tenendo presente che il ‘divario dell’Iva’, afferma l’Ue con un comunicato, cioè la differenza tra le entrate previste e quelle effettivamente riscosse negli Stati membri, nel 2013 ammontava a circa 170 miliardi di euro.

Si stima che le sole frodi transfrontaliere rappresentino una perdita di gettito Iva pari a circa 50 miliardi di euro all’anno nell’Unione europea. Secondo Bruxelles, bisogna anche sottolineare che l’attuale sistema dell’Iva è frammentario e rappresenta un notevole onere amministrativo in particolare per le Pmi e le imprese online.

Pierre Moscovici, Commissario agli Affari economici ha voluto ricordare come l’Iva sia ‘una importante fonte di entrate fiscali per gli Stati membri dell’Ue. Eppure il divario dell’Iva ha assunto proporzioni sconcertanti: la differenza fra il gettito IVA riscosso e quello previsto è di 170 miliardi. Si tratta di un enorme spreco di risorse che potrebbero essere investite per la crescita e l’occupazione. E’ ora di riappropriarsi di queste risorse. Vorremmo inoltre offrire agli Stati membri maggior autonomia per la definizione delle aliquote Iva ridotte. Il nostro piano d’azione permetterà di ottenere risultati su tutta la linea’.

Gli elementi chiave del piano Ue partono dal futuro sistema unionale definitivo in materia di Iva nel settore del commercio transfrontaliero, per ridurre le possibilità di frode. Occorre aggiornare l’attuale sistema dell’Iva per stare al passo con le sfide dell’economia odierna, che è globale, digitale e mobile. L’attuale sistema dell’Iva per il commercio transfrontaliero, entrato in vigore nel 1993, ricorda l’Ue, era inteso come sistema transitorio e lascia spazio alla possibilità di frode. Pertanto, nel 2017 la Commissione intende presentare una proposta per norme definitive riguardanti uno spazio unico europeo dell’Iva. In base alle nuove norme, le transazioni transfrontaliere continuerebbero ad essere tassate in base alle aliquote dello Stato membro di destinazione (“principio della destinazione”), come avviene attualmente, ma la riscossione delle imposte cambierebbe gradualmente avvicinandosi a un sistema più a prova di frode.

Allo stesso tempo, entrerebbe in funzione un portale web unionale che garantirebbe un sistema più semplice di riscossione dell’Iva per le imprese e un sistema più solido di raccolta delle entrate per gli Stati membri.

Vi sono poi misure immediate per combattere le frodi transfrontaliere a danno dell’Iva, che privano gli Stati membri di vaste entrate fiscali. Le stime mostrano che il futuro sistema potrebbe ridurre le frodi transfrontaliere di un importo pari a circa 40 miliardi di euro (ossia dell’80%) all’anno. Nel corso dell’anno la Commissione proporrà misure per rafforzare gli attuali strumenti utilizzati dagli Stati membri per lo scambio di informazioni in materia di frodi dell’Iva, meccanismi di frode e buone pratiche. L’ue intende continuare a seguire da vicino le prestazioni delle amministrazioni fiscali per la riscossione e il controllo dell’Iva.

Si vuole però accodare maggiore autonomia per gli Stati membri nella scelta delle aliquote. In base alla regolamentazione vigente gli Stati membri devono attenersi a un elenco prestabilito di beni e servizi al momento di applicare aliquote zero o ridotte di Iva. La Commissione prevede di modernizzare il quadro in materia di aliquote e lasciare più flessibilità agli Stati membri in futuro, proponendo due opzioni: la prima manterrebbe l’aliquota normale minima del 15%, riesaminando regolarmente l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri.

La seconda opzione eliminerebbe l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte. In tal caso, però, sarebbero necessarie misure di salvaguardia per prevenire le frodi ed evitare la concorrenza fiscale sleale all’interno del mercato unico; inoltre, potrebbero aumentare i costi di conformità per le imprese. In entrambi i casi, verrebbero mantenute l’aliquota zero e le aliquote ridotte attualmente applicabili.

Si prevedono poi meccanismi di sostegno per il commercio elettronico e le Pmi. Il sistema attualmente applicato al commercio elettronico transfrontaliero è complesso e dispendioso sia per gli Stati membri sia per le imprese. Le imprese dell’Ue sono in una condizione di svantaggio competitivo poiché alcuni operatori di paesi terzi possono importare beni esenti da Iva verso l’Ue. La complessità del sistema rende inoltre difficile per gli Stati membri garantire la conformità.

La Commissione presenterà entro la fine del 2016 una proposta legislativa per modernizzare e semplificare l’Iva nell’ambito del commercio elettronico transfrontaliero nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, che comprenderà una proposta per garantire che le pubblicazioni online possano beneficiare delle aliquote ridotte applicabili alle pubblicazioni cartacee. In una seconda fase, nel 2017, la Commissione presenterà un pacchetto di semplificazione dell’Iva che intende sostenere la crescita delle Pmi rendendo loro più facile operare in tutti i paesi Ue.

Il sistema comune d’imposta sul valore aggiunto svolge un ruolo importante nel mercato unico europeo. E’ stato originariamente introdotto per eliminare le imposte sulla cifra d’affari che falsavano la concorrenza e ostacolavano la libera circolazione dei beni, e per rimuovere le formalità e i controlli fiscali alle frontiere interne. Si tratta di una fonte di entrate importante e in crescita nell’Unione, che nel 2014 ha permesso di raccogliere quasi 1.000 miliardi di euro, ricorda Bruxelles, pari al 7% del Pil dell’Ue. Anche una delle risorse proprie dell’Unione si basa sull’Iva. Trattandosi di un’imposta sui consumi, è una delle forme di tassazione che favorisce maggiormente la crescita.

Tuttavia il sistema dell’Iva non è riuscito a stare al passo con le sfide dell’economia odierna, che è globale, digitale e mobile. Quello attuale, ideato come sistema transitorio, è un sistema frammentario e complesso per il numero crescente di imprese che operano a livello transfrontaliero, ed è inoltre vulnerabile alle frodi: operazioni interne e transfrontaliere sono trattate in maniera diversa e beni e servizi possono essere acquistati in esenzione dall’Iva all’interno del mercato unico.Da tempo la Commissione sollecita una riforma del sistema e ha ascoltato i rilievi di Parlamento europeo e Consiglio.

Quanto alle prossime tappe, la Commissione chiederà al Parlamento europeo e al Consiglio, con il sostegno del Comitato economico e sociale europeo, di fornire un chiaro orientamento politico sulle scelte tratteggiate nel presente piano d’azione e di confermare il loro appoggio alle riforme delineate nella presente comunicazione. Nel 2016 e 2017 la Commissione presenterà proposte su tutte le questioni sollevate.