Bce, ecco i dati che Draghi studierà prima del Consiglio di marzo

Al via una settimana densa di cifre: inflazione, consumi e lavoro

FEB 28, 2016 -

Roma, 28 feb. (askanews) – A 10 giorni dal Consiglio direttivo della Bce, che potrebbe impartire nuovi impulsi al piano di stimoli all’economia dell’area euro, si apre una settimana in cui gli operatori di mercato terranno tutti i radar puntati sugli indicatori macroeconomici. Perché sebbene l’istituzione monetaria tenda a evitare di prendere decisioni su un singolo sviluppo, guardando piuttosto al quadro di fondo di attività economica e inflazione, in questo caso eventuali marcati “slittamenti” sui dati in arrivo potrebbero avere un peso rilevante.

A cominciare dalla stima preliminare sul caro vita medio dell’area euro a febbraio, che Eurostat pubblicherà domani alle 11. L’inflazione di gennaio è stata recentemente rivista al ribasso di un decimale, allo 0,3 per cento, laddove l’obiettivo di “stabilità dei prezzi”, a cui l’istituzione è vincolata dai trattati europei, vorrebbe una crescita annua dei prezzi appena sotto il 2 per cento, sulla media di 18-24 mesi.

Insomma, l’obiettivo resta molto lontano nonostante tutti gli stimoli già messi in campo, tra cui un piano di acquisti di titoli che procede al ritmo di 60 miliardi di euro al mese. E più persiste questa situazione peggio è, perché i banchieri centrali temono che la debolezza dei prezzi finisca per intaccare anche le attese del pubblico e la fiducia degli operatori sulla capacità della Bce stessa a riportare l’inflazione a livelli più accettabili.

Oggi ha cercato di spiegarlo ad un quotidiano tedesco il governatore della banca di Francia, Francois Villeroy, rilevando come le cadute dei prezzi di petrolio e materie prime siano “le forze dominanti alla base dalle bassa inflazione. Ma se i bassi prezzi dell’energia dovessero avere affetti permanenti sul lungo periodo, allora dovremo agire. Sembra essere così, ma valuteremo a marzo”, ha detto.

L’istituzione ha più volte avvertito che a fronte dell’aumento dei rischi di ulteriore indebolimento di ripresa economica e inflazione, al Consiglio direttivo – dove sotto la presidenza di Mario Draghi siedono tutti i governatori delle banche centrali dell’Eurosistema – riesaminerà ed eventualmente potenzierà le sue misure di stimolo. L’idea di spingersi oltre viene generalmente vista con scetticismo, se non ostilità in Germania dove si esprimono timori sui rischi derivanti dal persistere di stimoli monetari.

Ma il pericolo che l’area euro si trova attualmente a fronteggiare “è senza alcun dubbio la deflazione – ha detto chiaro e tondo Villeroy al Frankfurter Allgemeine Sonntagzeitung – non certo l’inflazione”. Il timore degli analisti è che a febbraio l’inflazione dell’area valutaria, complici le cadute dell’energia, abbia cambiato rotta e sia tornata a indebolirsi, in media è previsto un risicato 0,1 per cento di crescita dei prezzi.

Comunque sempre domani anche i tedeschi potranno avere un riscontro sulla congiuntura economica. Perché il loro ente di statistica federale, Destatis pubblicherà i risultati di gennaio delle vendite del commercio al dettaglio. Ovvero la cartina di tornasole dei consumi, che a gennaio potrebbero aver segnato un rallentamento.

Martedì poi, sempre nell’area euro verranno diffusi i risultati delle indagini sull’attività delle industrie manifatturiere da cui non non previsti miglioramento. La dinamica dovrebbe restare leggermente espansiva, ma le stime preliminari hanno evidenziato un indebolimento. Parallelamente Eurostat pubblicherà, sempre alle 11, i dati sulla disoccupazione di gennaio, che a dicembre aveva segnato una limatura al 10,4 per cento nell’area.

Anche oltre Atlantico verranno rese note le indagini sull’attività delle imprese. E il giorno successivo, mercoledì, potrebbero esserci spunti sulle valutazioni della Federal Reserve, che pubblicherà il Beige book e che è orientata nella direzione opposta a quella della Bce: verso l’inasprimento e il rialzo dei tassi. Anche se tra mille incertezze, perché dopo il mini aumento operato lo scorso dicembre non è affatto certo che vi siano altre mosse nel corso del 2016.

Draghi comunque ha appena avuto modo di confrontarsi direttamente con la sua controparte usa, Janet Yellen, in occasione del g20 delle finanze di Shanghai. Dove ministri economici e banchieri centrali, a fronte degli accresciuti rischi sull’economia hanno riaffermato l’impegno a mobilitare tutti gli strumenti a sostegno della crescita. Sempre mercoledì e sempre negli Usa arriveranno dei primi segnali sul mercato del lavoro, con l’indagine Agp, mentre tornando all’area euro il francese Bénoit Coeuré, componente del Comitato esecutivo della Bce, interverrà di primo mattino ad un convegno a Francoforte.

Giovedì si completerà il quadro sull’andamento delle imprese di Eurolandia con l’indagine sul terziario. Mentre ancora una volta alle 11 Eurostat pubblicherà i dati sulle vendite del commercio al dettaglio di gennaio. Anche in questo caso la dinamica dei consumi potrebbe fornire segnali a cui la Bce sarà attenta. Venerdì infine verranno pubblicati i dati ufficiali sulla disoccupazione Usa, che forniranno spunti sia sugli orientamenti della Fed sia sulla congiuntura globale in generale, dopo che i dati sul Pil americano sono stati rivisti al rialzo. Da segnalare che sempre venerdì l’Istat pubblicherà un primo aggiornamento sulla crescita del Pil del quarto trimestre.

Il Consiglio della Bce si terrà giovedì 10 marzo, preceduto dalla consueta cena informale tra i governatori a Francoforte.