L’Europa rassicura sulle sue banche, ma crolli anche a Wall Street

Dijsselbloem e Moscovici: "Oggi sono molto più solide"

FEB 11, 2016 -

Roma, 11 feb. (askanews) – Coro di rassicurazioni dalle autorità europee sulla solidità delle banche, investite da una nuova pioggia di vendite che si è scatenata con la ripartenza dei crolli generalizzati delle Borse. Dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, al commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, ai vari ministri giunti alle riunioni a Bruxelles, tra cui Pier Carlo Padoan, hanno tutti cercato di tranquillizzare investitori e risparmiatori. Per ora le autorità statunitensi non ritengono necessario fare altrettanto, ma a guardare gli andamenti a Wall Street il problema non è certo confinato all’Ue.

Nel Vecchio Continente oggi ha spiccato la caduta della francese Société Générale, arrivata a cedere il 14 per cento e che ha chiuso al meno 12,57 per cento a Parigi (Cac40 -4,05%), complice anche un profit warning sul 2016. Non è andata meglio all’italiana Ubi Banca, con un meno 12,11 per cento che guida la classifica dei peggiori ribassi a Milano (Ftse-Mib -5,63%), dove si annoverano anche Mps (-9,88%), UniCredit (-7%) e IntesaSanpaolo (-6,84%).

Intanto a Francoforte è tornata a precipitare Deustche Bank, con un meno 6,14 per cento che si è accompagnato al meno 6,57 per cento di Commerzbank. Sul caso si è fatto nuovamente sentire il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che dopo aver detto di non essere preoccupato per la prima banca tedesca ora punta il dito contro quelle che chiama “esagerazioni” dei mercati.

Dijsselbloem si è invece detto “convinto che l’area euro sia in una situazione strutturalmente ben migliore di quanto fosse alcuni alcuni anni fa e questo vale anche per le nostre banche”. L’Eurogruppo di oggi avrebbe dovuto parlare soprattutto di Grecia e Portogallo. Ma “come sempre discuteremo anche della situazione economica e sono sicuro che oggi ci saranno commenti sul quadro dei mercati, che sono molto volatili e quindi non sono certo che si possano trarre conclusioni strutturali”.

Quanto ai singoli casi “non ho una opinione, per queste cose abbiamo una autorità di vigilanza indipendente e sono sicuro che lavora per il continuo rafforzamento del settore. Abbiamo creato nuove regole a cui i mercati devono aggiustarsi forse questo spiega in parte quello che che sta accadendo”.

Quello dell’aggiustamento dei mercati alle nuove regole è una spiegazione evocata anche da Padoan, assieme anche all’adattamento anche a prospettive di crescita che ora sono più deboli. “E’ chiaro – ha detto – che in questi giorni ci sono movimenti sistemici non nella sola Europa, ma anche in Asia e Usa, che colpiscono in particolare il settore bancario, legate alle prospettive di crescita globale, che cominciano a essere meno incoraggianti di qualche mese fa. Quindi non c’è un fattore specifico” legato all’introduzione del nuovo regime europeo di risoluzione bancaria. “Non vedo questa connessione”.

“Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’Italia – ha proseguito il ministro – con la decisione di ieri il Consiglio dei ministri continua sulla strada delle riforme e con le misure di sostegno in questa fase in cui la gestione delle sofferenze bancarie è particolarmente importante. Abbiamo introdotto ulteriori misure che faciliteranno questa gestione, oltre naturalmente alle misure di riforma del credito cooperativo”, ha concluso Padoan.

Secondo Moscovici il settore bancario europeo “è molto più robusto di quanto fosse prima”. E in generale “penso che la nostra economia sia solida”. Il portavoce del Fmi Gerry Rice ha invece rilevato come vi sia stato “un calo dell’azionario in Europa e nel mondo. C’è stato anche un declino dei prezzi dei titoli di istituzioni finanziarie in Europa e in altre Regioni.Le azioni del settore bancario europeo sono calate di più dell’azionario in generale. Ci possono essere diversi motivi per questo tra cui dati economici, aumento delle preoccupazioni sulla redditività e la continuazione di problemi di lunga data come elevati livelli di crediti deteriorati”.

Ma appunto la questione non sembra essere solo europea. A metà seduta a Wall Street Bank of America subisce un meno 7,13 per cento, JPMorgan un più moderato ma sempre pesante meno 3,85 per cento, Citigroup il meno 6,02 per cento.

E intanto riconquistano visibilità le profezie più allarmistiche, tra quelle offerte dagli analisti. Come quella di Christopher Dembik di Saxo Bank, secondo cui ormai i crolli delle borse si stanno autoalimentando e non tengono più conto dei fondamentali. Solo una inziativa delle Banche centrali potrebbe rassicurare ma hanno sempre meno strumenti per sorprendere gli investitori. Mario Draghi – conclude l’analista – non ha più conigli da tirar fuori dal cilindro”. Anche se all’ultimo direttorio proprio il presidente della Bce aveva invece rivendicato che l’istituzione dispone ancora di molti possibili mezzi di intervento.