Wall Street: indici sui minimi intraday Dj -1,9%, focus su Cina

Nervosismo tra gli operatori per l'economia della Cina

GEN 7, 2016 -

New York, 7 gen. (askanews) – Gli indici a Wall Street si riportano sui minimi intraday. Dopo una partenza in forte calo, i listini americani avevano limitato i cali successivamente alla decisione delle autorità di borsa cinese di sospendere lo stop automatico degli scambi, adottati per la prima volta lunedì scorso e riscattati oggi al punto da avere fermato le contrattazioni per l’intera giornata dopo soli 30 minuti dall’avvio. Ma le preoccupazioni per l’outlook globale, e della Cina in particolare, restano. Si teme un ulteriore svalutazione dello yuan. Oggi la People’s Bank of China ha permesso l’ottavo indebolimento consecutivo del renminbi e il maggiore dall’11 agosto scorso, quando l’istituto centrale prese il mondo intero di sorpresa annunciando una svalutazione della sua valuta contro il biglietto verde.

Proprio come allora, gli investitori temono che l’economia cinese vada peggio del previsto e che la leadership locale non sappia come gestire la situazione. Diversamente da allora però, dicono i trader, ancora non c’è panico. Il 24 agosto scorso – il cosiddetto Black Monday cinese – il Vix (ora +18%) era balzato sopra quota 40 mentre ora si trova sopra i 20 punti. Per mettere le cose in prospettiva, si ricorda che il Vix resta lontato dal picco a quota 89,53 raggiunto nell’ottobre 2008, il mese successivo al fallimento di Lehman Brothers.

Il Dow Jones perde 326 punti, l’1,9%, a quota 16.579. L’S&P 500 cede 41,5 punti, il 2%, a quota 1.948,73. Il Nasdaq lascia sul terreno 127,69 punti, il 2,64%, a quota 4.710. A NY il petrolio a febbraio lascia sul terreno lo 0,88% a quota 33,67 dollari al barile ma oggi si è portato fino ai 32,10 dollari, minimi del dicembre 2003 e a un certo punto aveva virato in positivo.