Borsa, crollo Cina spaventa mercati: Shangai perde 7,04%, poi stop

Scatta ancora "l'indiziato" blocco automatico alle contrattazioni

GEN 7, 2016 -

Roma, 7 gen. (askanews) – Meno di mezz’ora e gli scambi sulle Borse della Cina sono stati nuovamente paralizzati, dopo che i maggiori indici avevano infranto la fatidica soglia del 7 per cento di ribasso. Ormai è abbastanza chiaro che il meccanismo automatico di sospensione delle contrattazioni, il “circuit breaker” introdotto dalle autorità cinesi con l’obiettivo di contenere le cadute, dovrà essere rivisto o quantomeno ritarato.

Perché secondo molti osservatori proprio la presenza di questo nuovo sistema, entrato in vigore con il nuovo anno, ha esacerbato l’impazienza degli investitori a vedere, nel timore che poi appunto scattasse il blocco, come regolarmente accaduto già due volte in questi primi giorni del 2016.

In più, questa volta il capitombolo dell’azionario cinese si è innescato contestualmente all’annuncio a sorpresa da parte delle autorità di una nuova e massiccia svalutazione dello yuan. La forchetta di riferimento sul dollaro è stata abbassata dello 0,51 per cento, si tratta del taglio più pesante da quello effettuato lo scorso agosto e con cui il valore di riferimento, un dollaro per 6,5646 yuan, è finito ai minimi da quasi cinque anni, dal marzo del 2011.

L’indice di riferimento della Piazza di Shanghai segnava un meno 7,04 per cento quando è scattato il blocco, che si protrarrà fino a domani. Ancora una volta la più piccola Shenzhen, dove sono quotate molte imprese di medie dimensioni, ha fatto peggio, con un meno 8,24 per cento. In questo scivoloso avvio d’annata dei mercati mondiali, la caduta ha coinvolto prima l’Asia, Tokyo ha chiuso al meno 2,33 per cento, poi l’Europa. A tarda mattina a Milano il Ftse-Mib cade del 2,65 per cento, Parigi cede un 2,90 per cento, Francoforte meno 3,41 per cento, Londra meno 2,61 per cento.