Fed mette fine a un’era straordinaria con rialzo dei tassi Usa

E' il primo dal giugno 2006 ed è pari a 25 pb allo 0,25-0,50%

DIC 17, 2015 -

New York, 17 dic. (askanews) – Janet Yellen ha dato ieri agli investitori quello in cui speravano: un rialzo dei tassi “modesto” e “appropriato” con la promessa che le future strette monetarie saranno “graduali”. E così Wall Street ha brindato spingendo gli indici sui massimi intraday.

Il governatore della Federal Reserve, la prima donna alla guida della banca centrale americana, ha dato ufficialmente inizio alla normalizzazione della politica monetaria americana con l’annuncio di un aumento del costo del denaro – il primo dal giugno 2006 – di 25 punti base allo 0,25-0,50%. Esattamente quanto atteso dal mercato.

Quell’aumento, per citare la stessa Yellen, “segna la fine di un’era straordinaria” e deve essere interpretato come un segno di fiducia in un’economia, quella americana, destinata a crescere. D’altra parte, recita il documento diffuso dal Federal Open Market Committee (il braccio di politica monetaria della Fed) al termine della sua riunione, “l’attività economica si sta espandendo a un passo moderato. Le spese delle famiglie e gli investimenti fissi delle aziende sono saliti a un passo solido negli ultimi mesi e il settore immobiliare residenziale è migliorato ulteriormente” anche se “le esportazioni nette sono state soft”.

Yellen ha compiuto così una prima, cauta, inversione di rotta rispetto a quanto fatto dal predecessore Ben Bernanke, alle prese con la peggiore crisi dalla Grande Depressione degli anni ’30. Fu lui, proprio il 16 dicembre di sette anni fa, ad annunciare il range dei tassi pari allo 0-0,25% (nella riunione precedente del 28-29 ottobre di quell’anno il costo del denaro fu tagliato di 50 punti base all’1%).

Allora, recitava il comunicato dell’Fomc, “le condizioni del mercato del lavoro si sono deteriorate e i dati a disposizione indicano che le spese al consumo, gli investimenti delle aziende e la produzione industriale sono scesi. I mercati finanziari restano sotto stress e le condizioni del credito si sono ristrette. In generale, l’outlook per l’attività economica si è indebolito ulteriormente”.

Anche con la stretta odierna, la politica della Fed “resta accomodante”. E le azioni future dell’istituto centrale, ha spiegato Yellen, “dipendereanno da come l’economia si evolve”. Ancora una volta Yellen ha ribadito che i tassi sono “insolitamente bassi e destinati a salire probabilmente solo in modo lento”. Non sia dunque data troppa importanza all’iniziale rialzo dei tassi, consiglia il governatore rifiutandosi di fornire una formula che leghi l’andamento dell’inflazione – ancora sotto il target del 2% ma destinata a muoversi verso quel livello “nel medio termine” – e di future strette.

L’approccio della Fed resta legato all’andamento dei dati economici, come a dire che si prenderebbe una pausa nell’aumentare ulteriormente il costo del denaro nel caso in cui le attese della Fed stessa sull’inflazione dovessero rivelarsi sbagliate.