Petrolio ai minimi da quasi 7 anni, Wti fin sotto 38 dollari

Si accentua la risposta di mercato a persistente inazione Opec

DIC 7, 2015 -

Roma, 7 dic. (askanews) – Regalo di Natale anticipato, per gliautomobilisti alle stazioni di servizio. Ci ha pensato (si fa perdire) l’Opec, il cartello dei Paesi esportatori di petrolio, chenell’ultima riunione dell’anno ha pensato bene di mostrare lostesso atteggiamento di divisione in base al quale, da mesi,appare incapace di reagire ai cali dei prezzi. E così la cadutadelle quotazioni del greggio è subito ripartita, già venerdì altermine della riunione, e proseguita accenttuandosi all’avviodella nuova settimana.

Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord,cede 1,76 dollari rispetto all’ultimo fixing, portandosi a 41,24dollari, in prossimità dei minimi dal febbraio del 2009. A NewYork il barile di West Texas Intermediate è ricaduto sotto lasoglia psicologica dei 40 dollari, fino a sprofondare ad unminimo di seduta di 37,96 dollari.

Se possibile, dall’ultimo vertice che si è tenuto a Vienna, doveha sede il quartier generale dell’Organizzazione, i Paesi Opecsono apparsi ancor più divisi. E questo ha fatto del tuttosvanire le ipotesi di manovre restrittive sulla produzione cheinvece erano lievitate nelle sedute precedenti.

L’Arabia Saudita, primo produttore mondiale, al momento nonsembra minimamente disponibile a stringere i rubinetti ecompromettere la sua quota di mercato, a beneficio di altriStati. L’Iran si appresta a incrementare la sua produzione, aconseguenza del venir meno di anni di misure di embargo.

Altri Stati Opec premono da tempo per una stretta, come ilVenezuela, ma appaiono del tutto incapaci di coalizzare consensoa sufficienza. L’unico scenario in cui sarebbe ipotizzabile untaglio all’offerta di oro nero sarebbe quello di una operazionecoordinata con i Paesi non Opec, che tuttavia a questo puntoappare ancora più remoto.