ABN Amro sale nel giorno del ritorno in Borsa tra luci e ombre

Governo Olanda privatizza parzialmente,vende 20% e incassa 3,3 mld

NOV 20, 2015 -

Roma, 20 nov. (askanews) – Abn Amro torna in borsa con un rialzo. Lo fa otto anni dopo la disastrosa operazione da 71 miliardi di euro che portò al crollo di due dei suoi tre acquirenti, Royal Bank of Scotland e Fortis, e che obbligò il governo olandese a nazionalizzare l’istituto e la stessa Fortis con un esborso di 25 miliardi.

Oggi Abn è riapprodata sul listino con un rialzo nelle prime battute del 3,5% a 18,37 euro, sostanzialmente confermato negli scambi successivi a quota 18,33 dopo che il governo ha messo sul mercato una quota del 20% con il maggior collocamento iniziale (Ipo) di una banca europea dalla crisi del 2008. Quotazioni che implicano una valutazione complessiva della banca a 16,7 miliardi di euro, ben al di sotto di quanto la nazionalizzazione costò ai contribuenti olandesi.

Il prezzo del collocamento è comunque una delusione per i vertici di Abn, che volevano evitare di essere valutati a sconto rispetto alla concorrente, più grande, ING le cui azioni vengono attualmente scambiate a un premio del 15% sul valore del patrimonio tangibile, contro il 6% circa di Abn.

Gli investitori sono comunque stati attratti dalla privatizzazione di Abn sia per il recente rimbalzo dell’economia olandese, sia dalla promessa dei vertici dell’istituto di distribuire come dividenti il 40% degli utili fino al 2017 per poi salire al 50% in seguito. Gli utili quest’anno si prospettano consistenti, con una stima del mercato pari a 2 miliardi. Abn ha registrato un rendimento dei mezzi propri (Roe) pari al 14% nei primi 9 mesi dell’anno, uno dei più alti del comparto, a fronte del 10,9% registrato nel 2014.

Ma da parte del mercato c’è anche la preoccupazione che la banca possa essere messa sotto pressione dalle autorità di controllo per aumentare il suo capitale. Il coefficiente di capitalizzazione Tier1 di Abn era pari al 14,8% a settembre, sopra il livello di molti concorrenti.

Un altro elemento di perplessità per gli investitorin – osserva oggi il Financial Times – è che non hanno potuto sottoscrivere azioni di Abn ma certificati di deposito in una fondazione indipendente. E tale organismo di fatto conferisce al governo il potere di bloccare qualsiasi scalata ostile della banca fino a due anni se dovesse reputare che l’operazione sia contraria agli interessi della banca: un elemento che elimina questo potenziale, anche se improbabile elemento di rialzo alle azioni.