Mega banche dovranno trovare 1.130 mld in 7 anni contro perdite

Fsb pubblica rapporto finale. Benefici supereranno costi

NOV 9, 2015 -

Roma, 9 nov. (askanews) – Le maggiori banche mondiali dovranno raccogliere un ammontare considerevole di fondi, fino a 1.130 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, per adeguarsi ai requisiti patrimoniali prudenziali stabiliti dal Financial Stability Board. L’ente internazionale ha appena pubblicato il rapporto definitivo in cui vengono indicate le capacità totali di assorbimento delle perdite (Total Loss-Absorbing Capacity o “Tlac”) di cui queste mega banche devono dotarsi in rapporto ad alcuni parametri chiave previsti da Basilea III.

In realtà il Fsb – ente che fino al 2011 è stato presieduto da Mario Draghi e ora è guidato dal capo della Banca d’Inghilterra, Mark Carney – ha fornito una molteplicità di cifre previsionali sugli “shortfall”, ossia quello che manca per adeguarsi ad un determinato criterio partendo dai bilanci che risultavano a fine 2014.

Queste stime variano sia a seconda del rapporto che questi cuscinetti “assorbi perdite” hanno rispetto alle attività ponderate per il rischio (Rwa) – 16 per cento dal 2019 e 18 per cento dal 2022 – sia rispetto alla leva finanziaria. In quest’ultimo caso l’incidenza parte da un minimo del 6 per cento e salirà ad almeno il 6,75 per cento dal 2022.

Le stime sugli shortfall variano da 307 a 1.130 miliardi di euro. Ma si raggiungono perfino 1.406 miliardi fissando l’asticella del rapporto con le attività ponderate per il rischio un po’ più in alto del requisito che sarà obbligatorio: 20 per cento invece del 18 per cento previsto dal 2022.

Questi standard, ricorda il Fsb, sono stati decisi per garantire che le banche disporranno di sufficiente capacità di assorbire le perdite in caso di dissesti, minimizzando i rischi sulla stabilità finanziaria e evitando il ricorso ad aiuti pubblici. “Il Board ha concordato degli standard solidi, in modo che le banche globali potranno fallire senza mettere a rischio il resto del sistema finanziario o i bilancio pubblici – ha commentato Carney su un comunicato del Fsb -. Questi standard sono un elemento essenziale per mettere fine al fenomeno delle banche troppo grandi per poter esser lasciate fallire”.

Quasi mettendo le mani avanti, il Fsb ha anche fornito una stima dei costi che questi requisiti dovrebbero avere per i clienti finali delle banche: da 2,2 a 3,2 punti base in più sugli interessi di coloro che ricevono credito bancario, in altri termini 0,022 o 0,032 punti percentuali extra sui tassi. I costi totali vengono invece stimati tra 0,02 e 0,028 punti di Pil. I benefici invece, in termini di ridotte probabilità di crisi, vengono stimati tra 0,15 e 0,2 punti di Pil l’anno. Un aspetto rilevante è rappresentato dal fatto che la riforma mette in primo piano le obbligazioni convertibili in azioni in caso di crisi, con cui di fatto i creditori delle banche si ritrovano esposti in maniera analoga agli azionisti in caso di dissesto, laddove i depositi hanno maggiori tutele.