Petrolio, Russia fredda su taglio offerta: “Poco efficiente”

E a Cnbc Novak scarica colpe di eccesso produzione su e Usa

OTT 14, 2015 -

Roma, 14 ott. (askanews) – La Russia scarica su Opec e Stati Uniti le responsabilità per l’eccesso di offerta sui mercati del petrolio, il fattore che ha pesantemente contribuito alla caduta dei prezzi degli ultimi mesi. E in una intervista a Cnbc, pur dicendosi disponibile al dialogo, il ministro Alexander Novak non lascia presagire grandi possibilità ad una ipotetica manovra comune di restrizione all’offerta, volta a sostenere le quotazioni.

“Per quanto concerne la Federazione Russa – ha detto – non pensiamo che un aggiustamento (della produzione-ndr) sia un sistema efficiente, perché è solo un provvedimento di breve termine che in futuro si tradurrebbe in un maggiore squilibrio del mercato petrolifero”.

In merito alle ipotesi di una bilaterale con l’Arabia Saudita, il paese capofila del cartello degli esportatori dell’Opec, Novak ha espresso disponibilità al dialogo, “sicuramente parleremo molto di mercato, di offerta e di produzione”. Ma facendo capire che ad oggi queste discussioni sono state inconcludenti: “vanno avanti da quasi un anno”.

L’eccesso di offerta permane e secondo il ministro russo questo deriva essenzialmente dall’ingresso sul mercato della nuova produzione nord americana, legata a nuove tecniche estrattive, e di un aumento anche da parte dei paesi Opec. La Russia per parte sua ha mantenuto sostanzialmente invariata la sua quota di mercato, ha detto Novak, che ha negato qualunque secondo fine da parte di Mosca di mettere fuori mercato le nuove forme estrattive usate in Nord America, che sono più costose.

Nel frattempo le quotazioni risultano poco mosse. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord cede 17 cents rispetto alla chiusura di ieri, a 49,07 dollari. Il barile di West Texas Intermediate cala di 7 cents a 46,59 dollari.