Paesi emergenti alle prese con deflusso capitali,1a volta da 1988

Studio IIF:Tra bassi tassi crescita e prospettiva rialzo tassi Usa

OTT 1, 2015 -

Roma, 1 ott. (askanews) – Quest’anno, per la prima volta dal 1988, i Paesi emergenti presi nel loro complesso, registreranno un deflusso di capitali, a causa del rallentamento in atto per le singole economie ma anche per le prospettive di rialzo dei tassi statunitensi. E’ quanto emerge da un rapporto, appena pubblicato, dall’Institute of International Finance, secondo il quale nel 2015 i gli emergenti registreranno un deflusso netto di capitali pari a 541 miliardi di dollari, a fronte dell’afflusso netto di 32 miliardi registrato nel 2014.Il dato, relativo a 30 tra i maggiori Paesi emergenti, prende spunto dal saldo tra un calo degli afflussi di capitali da non residenti a 548 miliardi di dollari e deflussi di capitali spostati da residenti verso Paesi esteri per 1089 miliardi, con una conseguente “consistente” diminuzione delle riserve in valuta estera.

A differenza di quanto avvenne con la crisi finanziaria del 2008, questa volta la fuga di capitali dai Paesi emergenti è spinta prevalentemente dalle preoccupazioni sulle prospettive di crescita di tali Paesi e, in particolare dall’aumento delle incertezze sulle prospettive economiche della Cina, la seconda economia mondiale e da possibili rischi connessi a ulteriori indebolimenti del renminbi.

I Paesi più vulnerabili, avverte l’IIF, sono quelli con grossi deficit delle partite correnti e con grossi indebitamenti societari in valuta estera, insieme a incertezze politiche come il Brasile e la Turchia.