Pil Usa II trimestre rivisto a rialzo a +3,9%, oltre le stime

Gli analisti attendevano un dato invariato al 3,7%

SET 25, 2015 -

New York, 25 set. (askanews) – Nel secondo trimestre il prodottointerno lordo americano è cresciuto del 3,9%, dato rivisto alrialzo rispetto alla stima intermedia, pari al 3,7% (la stimapreliminare di luglio era pari al 2,7%).

E’ quanto emerge dalla stima finale del dato diffuso daldipartimento al Commercio americano. Gli analisti attendevano un+3,7%.

L’economia torna dunque a crescere a passo più rapido rispetto al primo trimestre, cosa che lascia ben sperare per una traiettoria più solida nel resto del 2015. Restano comunque i dubbi, sollevati da altri dati macro.

Nel primo trimestre il Pil aveva segnato un +0,6%. Nel quartotrimestre dell’anno scorso il Pil era cresciuto del 2,2%.

L’espansione dell’economia americana, seppur più rapida rispetto al primo trimestre, resta comunque inferiore a quello che sarebbe prevedibile in un periodo di ripresa.

La revisione al rialzo del dato del secondo trimestre è unsegnale positivo, ma si inserisce comunque nel solco di quantosuccesso negli ultimi anni, in cui a uno o due trimestri moltopositivi ha fatto seguito un brusco rallentamento.

L’anno scorso l’economia è cresciuta del 2,4% su base annuale, dopo la media del 2,2% del periodo 2010-2013. Per fare un paragone, la crescita media negli anni Novanta era stata del 3,4% all’anno.

La Federal Reserve per il 2015 prevede un rialzo del 2,1%(rivisto al rialzo durante la riunione del Fomc di settembre; laprossima revisione è attesa al termine del meeting di dicembre).L’andamento del Pil dimostra come l’economia americana, che pureviaggia a passo rapido, deve ancora puntellare alcuni fronti,come quello inflazionistico.

Tornando al dato, a fare da traino è stato in particolare il rialzo degli acquisti di servizi: le spese per consumi, che generano due terzi dell’output, sono aumentate del 3,6%, più del 3,1% della stima precedente. Le famiglie, che l’anno scorso avevano messo volentieri mano al portafoglio sulla scia del ribasso dei prezzi energetici, sembrano ritrovare fiducia dopo le incertezze di inizio anno.

Bene anche il settore delle costruzioni: quelle residenzialisono aumentate del 9,3% (più del 7,8% della prima stima), quellenon residenziali del 6,2%, contro il 3,1% della stima intermedia.

Resta tuttavia il timore di un rallentamento della crescita nel terzo trimestre, alimentato dal fatto che le scorte private sono diminuite. Questo suggerisce che le aziende preferiscano esaurire i prodotti sugli scaffali piuttosto che prenderne di nuovi. Le scorte, il cui valore è stato rivisto al ribasso da 121,1 a 113,5 miliardi, hanno contribuito solo per lo 0,02% al Pil, contro lo 0,22% della precedente stima.

Nel secondo trimestre le esportazioni sono salite del 5,1%, mentre le importazioni sono salite del 3%. Gli investimenti aziendali, che includono anche apparecchiature, software e proprietà intellettuale, sono cresciuti del 6,2%, quasi il doppio rispetto al 3,1% della stima intrmedia.

Per quanto riguarda l’inflazione, il dato generale è salito del 2,2% su base annuale (invariato dalla prima stima), mentre quello “core”, che esclude le componenti volatili, è aumentato dell’1,9%, in rialzo dall’1,8% della stima intermedia.