Fed lascia i tassi invariati, monitora gli sviluppi all’estero

Focus della banca centrale Usa su Cina. Azionario incerto

SET 17, 2015 -

New York, 17 set. (askanews) – Alla fine la Federal Reserve èrimasta “colomba”. Nel decidere se alzare o meno i tassi diinteresse per la prima volta dal 2006, la banca centraleamericana ha preferito concentrarsi sui “recenti sviluppieconomici e finanziari globali” – Cina e mercati emergenti inprimis – piuttosto che sul buon andamento dell’economia Usa. Ecosì il costo del denaro è rimasto sui minimi storici pari allo0-0,25%, livello raggiunto nel dicembre 2008 nel pieno dellapeggiore crisi finanziaria dagli anni ’30. Quegli sviluppiinfatti “potrebbero in un certo senso frenare l’attivitàeconomica [americana] e potrebbero probabilmente mettereulteriormente sotto pressione l’inflazione nel breve periodo”.Per questo la banca centrale guidata da Janet Yellen “monitoragli sviluppi all’estero” pur giudicando come “equilibrati” irischi all’outlook degli Usa.

La stessa Yellen ha però precisato: “Non voglio enfattizzare leimplicazioni dei recenti sviluppi”. Il riferimento implicito èalle turbolenze osservate sui mercati finanziari di tutto ilmondo innescate l’11 agosto scorso dalla decisione a sorpresadella banca centrale cinese di svalutare lo yuan contro ildollaro. Quella mossa ha riacceso i timori di un andamento dellaseconda economia al mondo peggiore delle attese. Yellen ha dettoche “da tempo” si aspettava un rallentamento della Cina, che sista “ribilanciando” verso un modello economico visto dal Fondomonetario internazionale come “più sostenibile”. E per quanto nonabbia deciso di tirare i remi in barca, la Fed resta pronta adiniziare entro fine anno la normalizzazione della sua politicamonetaria, che comunque “resterà accomodante”. La “grandemaggioranza” dei governatori membri del Federal Open MarketCommittee – il braccio di politica monetaria della Fed – credeinfatti che “le condizioni economiche richiederanno un rialzo deitassi entro la fine dell’anno”, ha precisato Yellen durante laconferenza stampa che ha seguito la riunione dell’istitutocentrale. Incalzata dalle domande, la prima donna a guidare laFed ha detto che “ottobre resta una possibilità” per effettuareun incremento del costo del denaro anche se in quell’occasionenon è prevista una conferenza. La banca centrale americana puòconvocarne una in caso di necessità.