Wall Street: tonfo dei future dopo il “Black Monday” cinese

Lo Shanghai Composite ha ceduto l'8,5%

AGO 24, 2015 -

New York, 24 ago. (askanews) – Dopo avere archiviato la peggiore settimana dal 2011, Wall Street si prepara a una seduta in cui – per citare alcuni trader nelle sale operative – sarebbe meglio “allacciare le cinture di sicurezza”. I future infatti sono protagonisti di un tonfo che ha visto poco fa quelli del Dow Jones perdere fino a 700 punti e quelli dell’S&P 500 fino a 80. E’ l’effetto dell’ennesimo sell-off registrato dallo Shanghai Composite, che chiudendo in calo dell’8,5% a quota 3.209 ha cancellato i rialzi da inizio anno mettendo a segno la peggiore seduta dal febbraio 2007. Non a caso l’agenzia di stampa Xinhua ha ribattezzato la giornata “Black Monday”, il lunedì nero.

La Cina continua a preoccupare gli investitori di tutto il mondo. Le tensioni sui mercati globali sono iniziate due settimane fa, quando la banca centrale cinese ha svalutato a sorpresa lo yuan contro il dollaro riaccendendo timori per un andamento della seconda economia al mondo più debole di quanto già non si pensasse. Da quella mossa – che per altro alimenta le preoccupazioni di una guerra valutaria – l’azionario globale ha mandato in fumo oltre 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione.

E ora gli investitori sono ancor più delusi dal fatto che Pechino non abbia adottato nuove misure nel fine settimana per fermare il sell-off, che per lo Shanghai Composite ha portato a un bilancio nell’ottava scorsa pari a un -11,5%. Trader e gestori scommettevano che le autorità cinesi fossero pronte a intervenire per difendere il livello dell’indice a quota 3.500, rotta non appena le contrattazioni erano partite oggi.

I future del Dow Jones cedono 653 punti, il 3,97%, quelli dell’S&P 500 scivolano di 67,75 punti, il 3,44%, il Nasdaq segna un -208,25 punti, il 4,96%. Il petrolio a ottobre registra un -4,10% a 38,79 dollari al barile. Il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso sotto il 2%, segno che gli investitori si stanno rifugiando nei beni considerati sicuri.