Grecia, l’unico bottino di Tsipras: almeno 30 mld tolti da debito

E se dilazioni pagamenti saranno più lunghe varrà anche di più

LUG 13, 2015 -

Roma, 13 lug. (askanews) – Sono solo poche frasi nelle sette pagine di comunicato finale dell’Eurosummit, ma in termini concreti potrebbero tradursi con una riduzione di almeno 30 miliardi di euro sul fardello del debito della Grecia. Si tratta apparentemente dell’unica consistente contropartita che il governo guidato da Alexis Tsipras è riuscito ad incassare dai partner valutari, a fronte di un chiaro peggioramento dei termini imposti per negoziare un nuovo piano di aiuti.

“Nel contesto di un possibile programma Esm, L’Eurogruppo è pronto a prendere in considerazione, se necessario, possibili misure aggiuntive, proroghe sul periodo di grazia (la fase in cui non si pagano interessi) e dilazioni dei pagamenti con l’obiettivo di assicurare che il fabbisogno lordo di finanziamenti resti a livelli sostenibili”.

Il documento menziona un comunicato dell’Eurogruppo risalente al 27 novembre del 2012. In quella occasione era stata ipotizzata la possibilità di ridurre considerevolmente i tassi di interesse sui prestiti inizialmente concessi alla Grecia e parallelamente di prolungare di circa 10 anni i tempi di restituzione dei prestiti stessi, sia quelli bilaterali concessi dai vari paesi sia quelli erogato dai fondi salva Stati europei.

In un paper di ricerca del gennaio scorso, il centro studi Bruegel aveva inserito delle stime su quello che concretamente Atene avrebbe potuto ricavare di misure di questo tipo.Sinteticamente, 6,4 miliardi di euro in meno (3,4% del Pil) dalla riduzione dei tassi di interesse sul debito. Altri 8,4 miliardi allungando di 10 anni i tempi di rimborso dei prestiti bilaterali e ulteriori 15,1 miliardi allungando la restituzione dei prestiti stanziati dal “vecchio” fondo salva stati, l’Efsf. Per un totale di 31,7 miliardi di euro, ovvero un consistente 17 per cento del Pil ellenico.

Secondo alcuni osservatori sarebbe puntando a questo obiettivo che Tsipras avrebbe di fatto mollato su tutto il resto. Dalla riforma delle pensioni, all’aumento dell’Iva, provvedimenti che Atene doveva prendere in ogni caso, o al ritorno altamente simbolico ma sostanzialmente irrilevante della “Troika” ad Atene, peraltro inevitabile se si vuole incassare nuovi aiuti Ue-Fmi.Tutto questo in cambio di moneta sonante, da sborsare in meno per ripagare il gigantesco debito pubblico greco.

E il malloppo potrebbe risultare ancor più consistente della stima di Bruegel, visto che parte da una dilazione di pagamenti di dieci anni mentre nel corso dell’ultima parte del negoziato è emerso che il Fmi aveva proposto di raddoppiare da 30 a 60 anni i tempi di pagamento di diversi crediti (ottenendo il solito no tedesco). L’ammontare del beneficio che Atene potrebbe trarne potrebbe quindi lievitare consistentemente. Nel documento viene invece categoricamente escluso che si possa procedere ad un taglio secco del valore nominale del debito pubblico greco.