Grecia, col piano di aiuti la Bce spalancherebbe i rubinetti

Oltre a Tltro a banche anche Qe titoli Stato, forse già a agosto

LUG 10, 2015 -

Roma, 10 lug. (askanews) – Dalla siccità attuale si potrebbe rapidamente passare ad una vera inondazione (anelata) di liquidità in Grecia. Perché oltre a spalancare i rubinetti dei prestiti di emergenza (Ela) alle banche, a seguito di un nuovo eventuale programma di aiuti, la Bce potrebbe sia riattivare l’accesso ai suoi rifinanziamenti straordinari (Tltro), che restano a condizioni ultra agevolate, sia estendere alla Grecia il suo programma di acquisti di titoli di Stato. Magari già da agosto, anche se forse settembre sarebbe più realistico. A inizio anno il presidente Mario Draghi aveva ipotizzato che si sarebbe potuti partire da luglio con il Qe sui titoli greci, ma sul presupposto di avere un programma di aiuti in vigore.

Forse proprio questa prospettiva ha contribuito alla spettacolare risalita registrata dai titoli di Stato ellenici.Dopo molte sedute sotto pressione, nella sola giornata di oggi i rendimenti sulla scadenza decennale – che si muovono in una direzione specularmente opposta al prezzo – hanno segnato una attenuazione di oltre 460 punti base, passando dal 18,787 per cento al 14,164 per cento.

La questione dell’accesso alle liquidità ultra agevolate della Bce e al beneficio del quantitative easing era stata spiegata dal presidente Mario Draghi lo scorso 22 gennaio. “Non ci sono regole speciali sulla Grecia – aveva detto – ci sono regole che si applicano a tutti. Ovviamente devono esserci alcune condizioni prima che possiamo compare bond greci”.

E la prima di queste condizioni era venuta meno lo scorso febbraio, dopo che nell’incertezza sulla positiva chiusura del passato programma di aiuti (poi rimasto effettivamente inconcluso) la Bce aveva deciso di rimuovere l’esenzione (waiver) a favore della Grecia dai requisiti minimi di rating dei titoli di Stato, che le banche possono utilizzare come garanzie (collaterali) da fornire in cambio dei finanziamenti. Questa esenzione era stata concessa nel 2010 e sospesa in due occasioni, nel 2012, prima quando si erano svolte le trattative sulla prima ristrutturazione del debito greco, poi quando Atene si era discostata dagli obiettivi di bilancio previsti.

“Come sapete – aveva ancora detto Draghi lo scorso gennaio – deve esserci l’esenzione e deve esserci un programma in atto”. Perché questo waiver si giustifica proprio con la copertura garantita dal piano di correzione dell’Ue. “E ci sta il limite del 33 per cento” sul totale di una tipologia di titoli oltre il quale la Bce non può spingere i suoi acquisti. “Penso che potremmo comprare bond a luglio, perché per allora ci saranno alcune grandi scadenze sul Smp che ci farebbero rientrare nel limite”.

Draghi si riferiva agli ormai noti 3,5 miliardi di euro di titoli di Stato greci detenuti dalla Bce che andranno rimborsati il 20 luglio. Acquistati con il primo (e inefficace) programma antisperad, il “Smp” del 2010 lanciato quando a capo dell’istituzione c’era ancora il francese Jean-Claude Trichet. Altri 3,2 miliardi di bond greci del Smp matureranno ad agosto. Se in qualche modo un eventuale accordo con l’Eurogruppo dovesse consentire alla Grecia di onorare questo pagamento, Atene potrebbe beneficiare di una vasta serie di interventi che cambierebbero radicalmente la sua situazione.

Di colpo, non servirebbe più tenere chiusi gli sportelli delle banche, non servirebbe più imporre il limite di 60 euro ai prelievi quotidiani di contati ai bancomat, che smetterebbero di finire a secco di banconote. Niente più incubi sulle liquidità nel mezzo della stagione turistica. E a quel punto buone vacanze a tutti, si spera.