Il destino della Grecia appeso al piano di riforme Tsipras

Attese proposte. Ue apre sul debito. Ma c'è il nodo fiducia

LUG 9, 2015 -

Roma, 9 lug. (askanews) – Sono tutti in attesa delle proposte che la Grecia si è impegnata a mettere nero su bianco entro stasera sulle riforme. Un documento che dovesse riuscire a convincere partner europei e istituzioni a negoziare un nuovo piano di aiuti allontanerebbe il paese dall’orlo del precipizio. All’opposto qualcosa di insoddisfacente rischierebbe di spingerlo nel baratro. Il problema è la fiducia, come è stato ripetuto da più parti negli ultimi giorni. Con i suoi 5 mesi di trattative inconcludenti, peraltro bruscamente chiusi dal referendum “ostile” di domenica scorsa, il governo guidato da Alexis Tsipras ha finito per “perderne tanta”, ha avvertito il vicepresidente della commissione europea Vladis Dombrovskis.

Ora sta al leader di Syriza riconquistarla presentando “riforme credibili e attuandole, in modo da consentire agli altri di elargire altri aiuti – ha detto il responsabile dell’euro alla Bbc – la situazione è certamente molto difficile ma l’Eurogruppo e l’Eurosummit hanno chiaramente mostrato di voler dare un’altra possibilità ai greci”.

Le valutioni tecniche inizieranno immediatamente e già domattina è prevista una prima consultazione ai massimi livelli con una teleconferenza del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, il presidente della Bce Mario Draghi, dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, la direttirce del Fondo monetario internazionale Christine lagarde e il direttore del fondo salva Stati europeo Esm, Klaus Regling.

Intanto, dopo l’appello unitario dei partiti politici della Grecia per una ristrutturazione del debito, un nodo che da tempo Atene rivendica come parte integrante di un accordo, di fatto appoggiato da una dichiarazione rilasciata ieri sera dalla Lagarde, sono arrivati segnali di apertura dal Consiglio europeo.Il presidente Donald Tusk, ex premier della Polonia e ritenuto vicino alla cancelliera della Germania Angela Merkel ha parlato della necessità di proposte “realistiche” anche da parte dei creditori.

“Ho appena parlato con il primo ministro Alexis Tsipras. Spero che oggi da Atene riceveremo proposte concrete e realistiche. Se dovesse accadere, in parallelo serviranno proposte da parte dei creditori. La proposta realistica da parte della Grecia dovrà trovare sponda in una proposta altrettanto realistica sulla sostenibilità del debito da parte dei creditori. Solo a quel punto – ha detto Tusk – avremo una situazione vantaggiosa per tutti”.

La stampa ellenica propone indiscrezioni su un piano di interventi da 10-12 miliardi di euro su più versanti, tra cui le pensioni, ma anche l’Iva. In cambio di un piano di aiuti triennale il cui ammontare potrebbe raggiungere i 50 miliardi. Il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ha sottolineato come a questo punto – dopo la bocciatura della passata proposta di aiuti dell’Ue avvenuta con il referendum di domenica scorsa – sia importante che “le proposte attese per stasera siano proposte greche, su cui il governo greco deve assumere la titolarità. E’ importante che sia Atene a impugnare la penna”, posto che la commissione europea è pronta a aiutare con il suo patrimonio tecnico e di conoscenze.”Ma le proposte che i leader attendono è un obbligo dei greci”.

Berlino ha ribadito di escludere in maniera categorica l’ipotesi di un taglio secco al debito pubblico della Grecia. “E’ fuori discussione”, ha detto la cancelliera Angela Merkel durante una visita a Sarajevo. Mentre con molte cautele, il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, ritenuto anche più intransigente nel confronto con Atene, ha lasciato aperto un piccolo spiraglio ad alleggerimenti del fardello facendo leva su tassi di interesse e dilazioni di pagamento.

Ha però ricordato come nel 2012 sia stato già accordato un provvedimento di questo genere a favore della Grecia. “Quindi, i margini di manovra che abbiamo per una ristrutturazione o un riscadenziamento del debito solo molto risicati”, ha concluso Schaeuble.

Il tutto mentre ormai mancano solo tre giorni prima del vertice europeo di domenica, quello che in caso di mancato accordo potrebbe sancire l’avvio di una qualche sorta di procedura di espulsione, esplicita o meno, della Grecia dall’euro. La riunione dei leader dell’area euro è stata calendarizzata per domenica alle 16. Alle 18 sarà seguita dal Consiglio dei capi di Stato e di governo di tutta l’Ue a 28. Domani intanto, se le proposte arriveranno come previsto, e con la Grecia la prudenza è d’obbligo, partirà la valutazione tecnica preliminare. Sabato mattina si proseguirà con l’euro working group e dalle 15 con l’Eurogruppo dei ministri delle Finanze.