Schiaffo Tsipras al Fmi. Mai poi avverte: “Trattativa inizia ora”

Accusa istituzione Washington di "responsabilità criminale"

GIU 16, 2015 -

Roma, 16 giu. (askanews) – Toni da quasi rottura del premier greco Alexis Tsipras contro il Fondo monetario internazionale. Ma appunto quasi. Perché se da un lato il leader di Syriza ha parlato di “responsabilità criminale” dell’istituzione di Washington, e di “piano per umiliare un popolo intero”, al tempo stesso ha anche sostenuto che “la vera trattativa inizia adesso.Penso che siamo alla stretta finale”, ha affermato durante un incontro con il suo gruppo parlamentare, i cui contenuti sono ampiamente filtrati.

Del resto le distanze tra le richieste di Ue e Fmi e le proposte di Atene, su cosa e quanto fare per sbloccare un’altra tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro, non sembrerebbero così insormontabili. Specialmente se si guarda agli obiettivi di avanzo primario di bilancio, in cui il divario sarebbe dell’ordine di 0,25 punti di Pil.

Tsipras ha anche detto di esser pronto a fare “due o tre gesti” per sbloccare un accordo, durante un incontro con il leader del partito di opposizione di centro sinistra To Potami, Stavros Theodorakis. “Spera che i nostri amici europei facciano dei gesti equivalenti – ha riferito quest’ultimo -. Spera che gli europei e i nostri partner, possano fare alcuni passi indietro”.

Le vere distanze sembrano essere più di natura politica e di tipo simbolico. In Grecia con Syriza che deve far digerire ai suoi deputati e ai suoi sostenitori un accordo che con ogni probabilità non corrisponderà alla lettera alle sue promesse elettorali. In altri Paesi di Eurolandia invece, come Spagna o Portogallo, ci sono governi che vogliono evitare che passi il messaggio che una profonda virata a sinistra consente di spuntare condizioni più favorevoli sugli aiuti internazionali, tirando la volata a movimenti analoghi a quello greco.

La Commissione europea ha fatto sapere che dopo il nuovo stallo dei negoziati “al momento non ci sono stati scambi di documenti né si sono tenuti incontri”. E lo stallo si evidenzia anche nelle affermazioni che ambo le parti rilasciano sull’attesa di nuove proposte (con relativi ammorbidimenti delle posizioni) dagli interlocutori. E con nessuno che fa un primo passo. L’Ue non cambia linea: “i nostri uffici sono aperti 24 ore al giorno, posto che arrivi qualcosa di nuovo”.

Tsipras per parte sua ha puntato il dito contro il Fmi: “ha responsabilità criminali per la situazione di oggi. Ora come ora, quello che pesa sono le rigide visioni del Fmi su misure dure, e il rifiuto dell’Europa di discutere la sostenibilità del debito”.

“Fissarsi sui tagli, molto probabilmente fa parte di un piano per umiliare un intero popolo che nei passati cinque anni ha sofferto per colpe non sue”, ha detto il leader 40enne. “E’ giunto il momento che le proposte del Fmi vengano giudicate dall’opinione pubblica, dall’Europa”.

E in parte i mercati hanno risentito di questo frasario battagliero. La Borsa di Atene ha siglato un’altra seduta da dimenticare, con un meno 4,77 per cento dopo il meno 4,50 per cento già subito lunedì. E intanto sono piovute altre vendite sui titoli di Stato, facendone schizzare i rendimenti quasi al 13 per cento: 12,911 sulla scadenza decennale, oltre 66 punti base in più rispetto alla chiusura precedente.

Stavolta però non si è visto un nuovo effetto domino sulle altre piazze Ue. A Milano il Ftse-Mib ha chiuso leggermente in positivo, più 0,25 per cento, Parigi ha chiuso al più 0,51 per cento, Francoforte al più 0,54 per cento, più debole Londra con il meno 0,01 per cento. In flebile calo l’euro, a 1,1231 dollari in serata. Ma nulla di drammatico appunto, in una seduta che ha anche trovato spunti rassicuranti nella sentenza della Corte di giustizia europea sul meccanismo Omt della Bce. Il cosiddetto scudo “antispread” creato nel 2012 e mai utilizzato: è conforme ai trattati europei, hanno stabilito i giudici Ue. Anche se la sentenza definitiva di questo controverso ricorso avviato in Germania spetterà alla Bundesbank e richiederà ancora alcuni mesi.