Grecia può onorare i pagamenti almeno fino al 10 giugno

Meno chiaro se è in grado di onorare 1,2 mld al Fmi più avanti

MAG 22, 2015 -

Atene, 22 mag. (askanews) – Le liquidità nelle casse dello Stato Greco sono sempre più al lumicino, ad ogni modo dovrebbero bastare per fronteggiare i pagamenti da qui alle prime due settimane di giugno. Lo riferiscono fonti vicine alla questione citate da France Presse, che sulla seconda metà del prossimo mese mantengono più riserbo. Attualmente la Grecia disporrebbe dei fondi necessari a pagare salari e pensioni entro fine maggio, più 400 milioni di euro di interessi sul debito e successivamente 300 milioni di euro, da restituire al Fondo monetario internazionale, il 5 giugno. Resterebbe anche quanto serve a versare altre retribuzioni il 10 giugno più altri 500 milioni di interessi sul debito.

Sarebbe invece più delicato il pagamento di altre tranche da restituire al Fmi più avanti su giugno, per 1,2 miliardi di euro complessivi. L’ultima presa di posizione ufficiale del governo greco era, tramite il portavoce Gabriel Sakellaridis, che serve un accordo entro fine maggio, anche se si spera di poter onorare i pagamenti di giugno dando priorità a quelli interni.

Il nodo Grecia non era in agenda al vertice europeo di Riga con i paesi confinanti orientali, ma ha finito per magnetizzare buona parte dell’attenzione. Si è chiuso con dichiarazioni di buona volontà da parte di vari leader, con alcune sfumature. Il premier greco Alexis Tsipras ha parlato di concreti passi in avanti, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha voluto forse vedere il bicchiere mezzo vuoto, quando ha fatto notare che resta molto lavoro da fare.

Secondo il Financial Times uno degli ultimi nodi sarebbe sulla partecipazione o meno del Fmi ad un nuovo accordo: il quotidiano sostiene che i Paesi dell’area euro pretenderebbero l’adesione dell’istitzione internazionale. Ma il Fmi a sua volta impone alcune condizioni rigorose ai greci, per rispettare i requisiti di solvibilità imposti dal suo statuto nell’erogare aiuti ai Paesi. E già nelle scorse settimane la Grecia aveva puntato il dito contro i veti incrociati che finiscono per derivare dalle pretese avanzate in parallelo da Ue e Bce, da una parte, e dal Fmi dall’altro. Affermando che questo intreccio finiva per precludere un compromesso.

Intanto altre indiscrezioni di stampa anche più allarmistiche hanno invece spinto il ministero delle Finanze della Germania ad una secca smentita. L’agenzia americana Bloomberg aveva sostenuto che in un non meglio precisato convegno a porte chiuse il ministro Wolfgang Schaeuble avrebbe ventilato la creazione di una nuova valuta in Grecia, da far circolare in parallelo con l’euro in caso di mancato accordo su nuovi aiuti. “Questo articolo è scorretto. Ipotesi di questo tipo non sono in discussione”, recita un messaggio diffuso con il profilo Twitter del ministero tedesco.

Nell’ultima seduta settimanale l’euro ha mostrato un marcato altalena sui cambi, dopo aver passato in netto rialzo praticamente tutta la mattinata, fino a superare quota 1,12 dollari, ha bruscamente invertito la rotta cadendo fino a 1,1003. In serata si attesta a 1,1033 dollari, mentre risente delle spinte opposte sulla valuta americana derivanti dal succedersi di attese sulle possibili future mosse restrittive della Federal Reserve. Dopo i recenti nuovi aumenti i rendimenti sui titoli di Stato greci hanno in qualche misura frenato la corsa, portandosi all’11,390 peer cento sulla scadenza decennale. (fonte Afp)