Paghe manager Abn Amro corrono troppo e privatizzazione salta

Dijsselbloem blocca tutto: "Segnale sbagliato"

MAR 27, 2015 -

L’Aia, 27 mar. (askanews) – Alla banca olandese Abn Amro, salvata durante la crisi con una costosissima nazionalizzazione, le paghe dei dirigenti si sono gonfiate troppo. E così il ministro delle Finanze ha bloccato la ri privatizzazione. La decisione è stata annunciata da Jeroen Dijsselbloem con una lettera.

Oltre che ministro olandese è anche presidente dell’Eurogruppo. E in quanto tale è spesso chiamato a prendere una posizioni intransigenti su diverse questioni, ad esempio nelle trattative con la Grecia. Forse anche per questo ruolo non ha potuto lasciar correre la questione.

“Questa settimana ho ricevuto una relazione del Parlamento in merito ad aumenti delle retribuzioni a Abn Amro. Alla luce di ciò, ho deciso di postporre la sua vendita”, ha detto nella lettera.

Precedentemente era emerso che ad Abn i livelli retributivi dei dirigenti erano stati alzati del 17 per cento, a 707.500 euro l’anno in media. La banca è stata salvata dal crack nel 2008 tramite una nazionalizzazione, che costò allo Stato olandese 16,8 miliardi di euro. Ma secondo i media le successive infusioni di capitale hanno finito far lievitare il conto a 30 miliardi di euro. Ora l’Aia sperava di recuperarne una parte, puntando ad incassare attorno ai 22 miliardi dalla vendita.

Ma l’impennata delle paghe dei manager ha compromesso tutto il progetto, soprattutto perché rappresenta “un segnale sbagliato”, ha affermato Dijsselbloem, in una fase in cui i cittadini devono ancora fare i conti con l’austerità post crisi. Il problema è che non si tratta di un caso isolato. A Ing, il primo gruppo bancario del paese che controlla anche Conto Arancio in Italia, il direttore generale si è visto aumentare gli emolumenti a 1,63 milioni di euro, quasi il 26 per cento in più rispetto agli 1,27 milioni del 2014. (fonte Afp)