Corsa globale a aprire rubinetti monetari, anche Cina ha margini

Aumentano Banche centrali che tagliano tassi o danno liquidità

MAR 12, 2015 -

Roma, 12 mar. (askanews) – Il governatore della Banca centrale della Cina, Zhou Xiaochuan ha fatto capire che sono aumentati i margini che l’istituzione può usare per allentare la sua politica monetaria. Un segnale – lanciato durante una conferenza stampa a margine del Congresso nazionale del Popolo, la sessione annuale del Parlamento cinese – che conferma una tendenza che si sta verificando in molte altre aree economiche.

Nelle ultime settimane sono oltre una ventina le banche centrali di paesi avanzati o emergenti ad aver operato tagli ai tassi di interesse o allentamenti ai rubinetti delle liquidità. L’ultima in ordine di tempo è stata la Corea del Sud, che ha ridotto di 25 punti base, all’1,75 per cento il costo del danaro di riferimento sul won. Ma prima manovre analoghe sono state decise dalle istituzioni di India, Polonia, Thailandia e dalla stessa Cina.

Domani alla lista potrebbe aggiungersi la Russia e a breve giro la Malesia. Per non parlare della Bce, che avendo i tassi già a zero da molti mesi alla fine ha rotto gli indugi e avviato un massiccio piano di acquisti di titoli di Stato. Nei soli primi tre giorni di operazioni sono stati già rilevati bond per quasi 10 miliardi. Il programma prevede di comprarne 60 al mese fino al settembre 2016, con il totale che supererebbe ampiamente la fatidica soglia dei 1.000 miliardi.

Tutte manovre che hanno alimentato i timori di rinnovate guerre globali sulle valute. I rapporti di cambio sono strettamente legati ai livelli della politica monetaria. Tuttavia alcuni analisti notano come alla base di questi ammorbidimenti, anche nei paesi emergenti, via sia più la necessità di adattarsi al pesante calo dei prezzi petroliferi, in modo da scongiurare i rischi di scivolamento in deflazione, invece che la volontà di effettuare una sopra di svalutazione competitiva.

La tendenza generale che contrasta con l’orientamento apparentemente restrittivo su cui sembra diretta la federal reserve americana, che pure al momento non si è vincolata a effettuare strette sui tassi in tempi precisi. Questo nelle ultime sedute ha portato a netti apprezzamenti del dollaro su tutte la maggiori valute globali. L’euro è finito ai minimi da 12 anni sul biglietto verde, portandosi fin sotto 1,05 dollari.

In Cina “l’aggregato monetario M2 dovrebbe attestarsi attorno al più 12 per cento nel 2015 – ha detto Zhou, secondo quanto riporta Xinhua – ma i livelli attuali potrebbero risultare superiori a queste stime in base alle necessità dello sviluppo economico”.