Grecia rilancia sul fisco: subito ispezioni “retroattive”

Atene vuole "aggiungere altre riforme alla lista"

MAR 9, 2015 -

Roma, 9 mar. (askanews) – Dopo “l’esercito di ispettori fiscali” in Grecia arrivano anche i controlli “retroattivi”. Atene è già pronta a rilanciare: “il governo – hanno riferito fonti dell’esecutivo ellenico – aggiungerà altre riforme alla lista”. Alcune verranno addirittura proposte “immediatamente” agli esperti di Unione europea e Fondo monetario internazionale.

Un tentativo, quello di Atene, apparentemente volto a tirarsi fuori dallo stallo di questi giorni. Perché pur accogliendo favorevolmente gli impegni presi, con il passare dei giorni è diventato sempre più chiaro che i partner dell’area aueo vogliono ben altro che mere promesse, prima anche solo di ipotizzare di versare altri fondi ai greci.

Di recente il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha tentato di precisare meglio gli impegni proponendo misure per ridurre la burocrazia, aumentare le entrate fiscali dalle scommesse via internet e, suscitando non poche ilarità, asserendo di voler reclutare “un esercito” di improvvsati ispettori fiscali, fatto di studenti e turisti. Ora vuole aggiungere altre idee come appunto quella di effettuare ispezioni fiscali con effetti retroattivi.

Da vedere se questo riuscirà a convincere il resto dell’Unione. Negli ultimi giorni sembra essersi raffreddato non poco il clima (già non caloroso) che circonda gli impegni greci. “Le riforme dovrebbero ripartire in fretta, invece stiamo perdendo veramente troppo tempo”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, giungendo alla riunione a Bruxelles.

Più diplomatico e felpato il commissario europeo agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, che tuttavia ha lanciato anche un segnale ad Atene: “a volte bisogna lavorare in maniere discreta – ha detto giungendo all’Eurogruppo – è una cosa che si impara”.

Precedentemente Varoufakis era stato invece additato come “dilettante” da Berlino, secondo quanto riferito da alcune indiscrezioni di stampa. E che ci sia qualcosa che proprio non va nelle comunicazioni greche lo ha fatto capire anche il presidente della Bce Mario Draghi. La scorsa settimana ha menzionato il rischio di fare comunicazioni “che creano volatilità nel mercato” e in questo modo minano la stessa tenuta del sistema finanziario greco.

Un richiamo che sembra tagliato sulle affermazioni di Varoufakis, che a più riprese è andato a dire di essere il ministro delle Finanze di un paese in “bancarotta”.