Eurozona riparte trainata da Germania,in Italia recessione finita

Mentre cali petrolio, euro e piano Bce creano ottimismo sul 2015

FEB 13, 2015 -

Roma, 13 feb. (askanews) – La locomotiva tedesca è ripartita, tirandosi dietro tutta l’area euro. Sono dati moderatamente migliori del previsto quelli sulla crescita economica di fine 2014. Eurolandia ha siglato il quarto trimestre con un aumento del Pil dello 0,3 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, mentre su base annua la crescita si è attestata allo 0,9 per cento. Un rafforzamento, rispetto al terzo trimestre, che sembra essere stato sospinto dal vigoroso più 0,7 per cento congiunturale registrato dal Pil tedesco, a fronte del più 0,1 per cento dei tre mesi precedenti.

L’Italia ha registrato una non esaltante crescita a zero: una variazione nulla del Pil dal trimestre precedente, secondo l’Istat, mentre la contrazione su base annua si è ridotta allo 0,3 per cento dal meno 0,4 per cento del terzo trimestre.Tuttavia anche nel suo caso i dati si sono rivelati migliori del previsto, con gli analisti che in media stimavano una contrazione dello 0,1 per cento. Soprattutto il finale d’anno ha segnato la conclusione della fase recessiva che ora dovrebbe evolversi in una ripresa.

E la prospettiva di un miglioramento si rafforza con l’imminente lancio del massiccio piano di accomodamento monetario deciso dalla Bce, il “quantitative easing” che scatterà a marzio a colpi di 60 miliardi di euro al mese, in acquisti di titoli di Stato. Andrà avanti per almeno 18 mesi, per un ammontare totale di 1.040 miliardi di euro, circa il 7 per cento del Pil aggregato dell’area. Liquidità che dovrebbero sostenere gli aggregati di domanda e, nelle intenzioni dell’istituzione, favorire una ripresa dell’inflazione che da troppo tempo è pericolosamente bassa.

E a questo si aggiungerà l’effetto positivo dei forti cali dei prezzi petroliferi e delle svalutazioni dell’euro sul mercato dei cambi. “Non ci sono dubbi che questi fattori stiano iniziando a trasferirsi nell’economia reale – afferma Marco Valli, economista di UniCredit in una nota di analisi -. Eurolandia a inizio 2015 dovrebbe quantomeno mantenere lo slancio visto a fine 2014”.

Il miglioramento della performance ha riguardato un po tutti i Paesi. Anche l’Italia che sempre secondo Valli ha visto un contributo positivo dell’export, a fronte della debolezza dei consumi interni. Ma ora anche per la Penisola il quadro dovrebbe rafforzarsi “il 2015 sarà un anno diverso e l’Italia tornerà a crescere, fin dal primo trimestre”.

Ha contribuito a questi rafforzamenti delle attese forse anche il clima di una giornata che, a seguito del vertice europeo, ha visto riaccendersi le speranze sulla possibilità di un accordo con la Grecia sul debito. Grecia che invece ha subito una battuta d’arresto proprio sulla crescita, tornata a calare dello 0,2 per cento nel quarto trimestre forse a riflesso del clima di incertezza che ha preceduto le recenti elezioni vinte da Syriza. In ogni caso la schiarita è condivisa anche dagli analisti di Bnp Paribas. “Il calo dell’euro e l’accomodamento della Bce iniziano a farsi sentire – ha affermato Evelynn Hermann – sull’immediato nei livelli di fiducia, più avanti, a metà anno su tutto il resto”.

Il tallone di Achille, secondo gli economisti di Natixis, resta il nodo degli investimenti delle imprese. Non è scontato che il piano della Bce dia grandi effetti anche su questo versante. E l’impatto del piano di rilancio voluto dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker è tutto da verificare. Comunque le Borse europee si sono sono orientate nuovamente in positivo. Francoforte, dove il Dax ha superato per la prima volta quota 11 mila punti, a metà pomeriggio segnava più 0,82 per cento, Parigi più 0,60 per cento, Londra più 0,64 per cento. A Milano il Ftse-Mib guadagna l’1,15 per cento mentre il differenziale tra Btp italiani a 10 anni e Bund tedeschi si attenua a 122 punti base.