Grecia, le tre proposte del neo ministro delle Finanze

Chiede compromesso e avverte: senza riforme Eurolandia va arrosto

GEN 27, 2015 -

Roma, 27 gen. (askanews) – Parla della necessità di un “compromesso”. Promette che la Grecia non uscirà dall’euro, né tantomeno che ne verrà cacciata: “ci sono zero probabilità”.Ammette che il Paese ha bisogno di riforme e di un cambio di “mentalità”. E cerca già di tirare dalla sua parte altri governi, a cominciare da quello guidato da Matteo Renzi: “anche loro stanno realizzando che quando è troppo è troppo”. Ma per il neo ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, la trattativa da portare avanti si annuncia molto dura.

Lo scontro potrebbe innescarsi già sulla base negoziale. A fronte di tutte le voci europee, dalla Commissione alla Bce, dalla Germania della “dura” Merkel alla Francia del “dialogante” Hollande, che hanno subito escluso una ristrutturazione del debito, il neo ministro si presenterà proprio con questa richiesta come primo punto. “Serve innanzitutto una significativa svalutazione del debito”, ha detto in una delle numerose interviste rilasciate nei giorni che hanno preceduto le elezioni.

Il 53enne si autodefinisce nel suo profilo Twitter un “professore di economica, che ha passato anni a scrivere silenziosamente manuali accademici oscuri per poi essere gettato sulla scena pubblica dall’idiota gestione europea di una crisi inevitabile”. Ha avuto una crescente presenza mediatica, anche su testate estere come commentatore dato che parla bene inglese. Ha anche un aspetto fisico particolare che in qualche modo ricorda vagamente l’attore americano Vin Diesel.

Ha ufficializzato la sua candidatura con Syriza sul suo blog appena lo scorso 9 gennaio. In poco più di due settimane si è ritrovato ministro delle Finanze. Nel frattempo ha rilasciato interviste a Repubblica, Bloomberg TV, Channel 4, RT America e ha anche scritto un articolo sul settimanale The Economist. Proprio da questi interventi si può ricostruire quale sia la sua strategia dichiarata, o almeno quella pre elettorale.

Il primo punto della proposta greca è costituito dalla sovracitata “significativa riduzione del debito”. Secondo, ci vuole “un modo di confezionarla che consenta a persone come il ministro delle Finanze della Germania Wolfgang Schaeuble di venderla a Berlino”. Terzo, ha concesso Varoufakis, “bisogna portare in Grecia una mentalità che consenta di fare riforme che rendano l’economia sostenibile”.

Ex matematico transitato all’economia ed esperto di “Teoria dei giochi”, sembra consapevole che la Grecia non può combattere questa battaglia da sola, e ha chiaramente mostrato di voler cercare sponda a Roma. “Prendete l’Italia – ha detto a RT America -: ha un ottimo avanzo di partite correnti, è un paese profondamente idustrializzato, ha avanzo primario sui conti pubblici del 2,2 per cento del Pil e un deficit sotto il limite Maastricht del 3 per cento. Eppure, nonostante tutto questo negli ultimi uno-due anni il loro rapporto debito-Pil è comunque salito del 12 per cento circa: non è sostenibile”.

Secondo Varoufakis “alla Grecia è stato fatto fiscal waterboarding”, come ha detto anche a Repubblica. Ma “ci sono segnali che anche in Spagna, con il movimento ‘Podemos’, e in Italia con il presidente Matteo Renzi, che anche lì hanno capito che quando è troppo è troppo. Le elezioni in Grecia rappresentano una occasione per paesi come Italia, Spagna e Irlanda di unirsi a noi, anzi di guidarci dato che sono Paesi più importanti della Grecia, in una marcia che ci porti fuori da questa mentalità da prigionieri, per ricostruire l’euro a da gabbia d’acciaio è diventato a regno di prosperità”.

La vera data critica, secondo il ministro ellenico “è giugno, quando arrivano a maturazione i bond comprati da Trichet”. Ovvero circa 18 miliardi di euro di titoli comprati in base al primo programma anticrisi della Bce, chiamato appunto Smp e lanciato da Jean-Claude Trichet nel 2010. “Su questo dovremo trovare un compromesso”.

“Il nostro debito non è sostenibile, va ridotto e in un modo o nell’altro e sarà ridotto. Se non altro per la legge di gravità: qui non c’entra quello che si vuole o la moralità. Cercheremo un accordo di interesse reciproco che minimizzi i costi per tedeschi, olandesi e ovviamente per i greci”, ha proseguito. Secondo Varoufakis “le possibilità di buttarci fuori dall’euro sono zero”. Ma se anche Atene ipoteticamente uscisse “l’euro collasserebbe come un castello di carte e il risultato sarebbe una tremenda recessione che infliggerebbe altra sofferenza al resto del mondo”.