Lunedì nero del rublo, mai perso così tanto in un giorno dal 1998

Banca centrale cerca di rassicurare mercati e risparmiatori

DIC 1, 2014 -

Roma osca, 1 dic. (askanews) – Seduta in picchiata per il rublo russo, che, sull’onda del petrolio ai minimi da cinque anni, ha messo a segno il maggiore calo giornaliero dalla crisi finanziaria del 1998, mentre si moltiplicano i timori sui possibili impatti sull’economia russa del calo dei prezzi del greggio. La divisa ha toccato il minimo storico di 53,91 per dollaro, una caduta di quasi nove per cento da venerdì, prima di rimbalzare, su voci di un intervento delle banca centrale russa. Alle tre italiane si scambia a 52,03 per il biglietto verde, con un calo del 4,4% sulla giornata. La banca centrale non ha commentato le indiscrezioni circolate tra i trader di un intervento, che sarebbe il primo da quando l’istituto ha abolito le bande di oscillazione del rublo. Il 10 novembre la banca ha consentito la libera fluttuazione della valuta e rinunciato agli acquisti quotidiani di rubli con i quali cercava di arginare il ribasso, riservandosi però di intervenire ancora in caso di minacce alla stabilità finanziaria della valuta.

Oggi la numero due della banca centrale, Ksenia Yudaeva, ha detto che l’istituto sta lavorando a previsioni per l’economia russa sulla base di un barile a 60 dollari. “Sembra sempre più probabile che ci sarà un calo a lungo termine dei prezzi del petrolio” ha detto Yudaeva, facendo riferimento alla decisione dell’Opec di non tagliare la produzione. Yudaeva ha aggiunto che il mercato dei cambi è sufficientemente liquido per sopportare gli shock provocati dal crollo del rublo e ricordato che a novembre il tasso di riferimento è salito al 9,5% con l’obiettivo di convincere le famiglie russe a mantenere i loro risparmi in depositi in rubli, piuttosto che correre a convertirli in valuta estera.

“E’ necessario spiegare alle persone che il rendimento che ottengono sui loro depositi ora è tale da garantire un ampio margine di sicurezza per i loro risparmi contro l’inflazione. Devono pensarci due volte prima di correre a perdere il rendimento sui loro depositi, assumere un rischio di cambio e perdere denaro sui tassi di cambio” ha detto Yudaeva.

(segue)