Milano, la linea pittorica delle sculture di Pablo Atchugarry

In Sala Caroatidi a Palazzo Reale la mostra "Vita della materia"

OTT 25, 2021 -

Arte Milano, 25 ott. (askanews) – Le sculture si collocano nello spazio della Sala della Cariatidi con una sorta di adesione al luogo, che si articola sia nella comune tensione verticale sia in un gioco di contrasti tra la pulizia del marmo e le ferite della storia che il salone porta impresse. La mostra dello scultore uruguaiano Pablo Atchugarry – che da 40 anni vive anche in Italia – nel più scenografico degli ambienti di Palazzo Reale a Milano, è certamente, come suggerisce il titolo: “Vita della materia”, una riflessione sulla natura più concreta della scultura, ossia su ciò da cui si parte. Ma è anche, una volta che si è fatta esperienza del sito espositivo, un percorso che sottolinea diversi altri aspetti: il ruolo della linea, una linea che è pittorica, nel lavoro dell’artista; la dimensione di non risolto che molti pezzi continuano a suggerire, nonostante la perfezione e il biancore del marmo; la costante relazione tra le opere e la sala, favorita da un dialogo biunivoco con gli specchi, elemento con il quale lo stesso artista ha lavorato per definire l’allestimento. “Quando dipingevo – ha detto Atchugarry ad askanews – mi dicevano che i miei quadri erano scultorei, ora nelle sculture si trovano tracce di linee. Però è una linea che gioca con la luce e che crea degli spazi misteriosi, dove si vorrebbe entrare per vedere che cosa succede”. Tra delle sorte di mantici e delle forme arrotondate, tra la tensione verso l’alto e l’intreccio di diverse idee di geometria, le sculture prendono possesso della sala e contribuiscono e generare una sensazione di naturalezza che va oltre la semplice somma dei singoli elementi (materia, luci, contesto…) che compongono il paesaggio espositivo. La mostra “Vita della materia” presenta 40 opere e una ricostruzione dello studio dell’artista, luogo nel quale Atchugarry continua a realizzare direttamente le proprie sculture. Curata da Marco Meneguzzo, vuole essere anche “un omaggio alla grande carriera” dell’artista sudamericano alla luce di una sua crescente rilevanza sia a livello critico sia a livello di mercato.