“Quando cavalcavo i mammut”, i cinquantenni di oggi secondo Paolo Romano

Secondo romanzo del giornalista, casa editrice Scatole Parlanti

NOV 29, 2020 -

Roma, 29 nov. (askanews) – Il conflitto tra generazioni è cronaca quotidiana, dalle incertezze sulla previdenza alla crisi del mercato del lavoro. Scenari che, tornati in primo piano con il dibattito in corso in Europa sulle misure anti Covid, hanno allargato ancora di più il gap tra attuale classe dirigente e giovani, sulle cui spalle sembra ricadere il peso maggiore di scelte azzardate del passato. I cinquantenni di oggi sono cresciuti in un mondo post ideologico e individualistico, rendendoli spesso inadeguati a rispondere alle sfide di orizzonte sulla costruzione delle società.

“Quando cavalcavo i mammut” (ed. Scatole Parlanti) è il nuovo romanzo di Paolo Romano che approfondisce, attraverso il rapporto di un figlio adulto con l’anziano padre in uno scombiccherato road trip in Sicilia, i cambi storici dei costumi e dell’etica. Nelle pagine vengono ironicamente raccontate le disarmonie tra bene sociale e utile individuale, lo sbriciolamento della famiglia-rifugio, la sopravvalutazione del sesso nelle relazioni umane, l’incapacità di assumersi responsabilità. Una generazione a perdere, spesso priva di bussole e parametri.

Costruito su diversi piani narrativi e flashback, sullo sfondo di una Roma impiegatizia e burocratizzata, il romanzo è una Spoon River di anime morte che non si arrendono all’attualità.

Paolo Romano è nato a Roma nel 1974. Ha studiato Giurisprudenza e chitarra jazz. Scrive di musica su “L’Espresso”. Il suo sogno è – ancora – allestire una comune con Stanley Kubrick, Ludovico Ariosto, Charles Mingus e David Foster Wallace. Nel 2019 ha pubblicato “La formica sghemba” (Scatole Parlanti).