Cultura e pandemia: il digitale per ampliare contenuti e pubblico

Due ricerche Intesa Sanpaolo: messaggio di speranza per settore

NOV 23, 2020 -

Milano, 23 nov. (askanews) – Chiusa per Covid, ma viva e pronta a rispondere alle difficoltà del momento grazie al digitale. La cultura italiana prova a non fermarsi nonostante i divieti e due indagini commissionate da Intesa Sanpaolo hanno confermato come i contenuti culturali stiano trovando in Rete spazi nuovi e nuove platee.

“Il digitale – ha spiegato ad askanews Cristina Paltrinieri, responsabile Analisi, Ricerche di Mercato e Data Management di Intesa Sanpaolo – ha giocato un ruolo importante perché da un lato ha colmato un vuoto per i fruitori abituali però ha anche allargato la platea, perché ha permesso l’avvicinamento al mondo della cultura anche a persone nuove, a un nuovo target che noi abbiamo pesato intorno al 16%, sono persone meno esperte, ma sono anche molto entusiaste”.

Se, insomma, alla stragrande maggioranza degli intervistati l’emozione dal vivo della cultura manca molto, è vero d’altra parte che il digitale ha consentito, oltre alle consuete possibilità di fruizione a distanza, anche un ampliamento e un’ulteriore forma dell’offerta. Come ci ha raccontato Fabrizio Paschina, Executive Director Communication and Image del Gruppo bancario. “Uno dei dispiaceri più grossi che avevo – ci ha raccontato – era il fatto che gli eventi aprivano i battenti il venerdì sera e li chiudevano la domenica, con poca coda prima e poca coda dopo. Invece in questa situazione abbiamo potuto avere un grande amplificazione di tutti i nostri contenuti, perché c’è necessità di una vita più lunga, per poter andare oltre e sopravvivere all’assenza della presenza fisica”.

Il tema su cui in molti ci si interroga ora riguarda che cosa resterà di questi nuovi spazi di contenuto una volta che, come tutti ci si augura, riapriranno musei, teatri, cinema e mostre. “Finita una volta la pandemia, quando usciremo dall’emergenza sanitaria – ha aggiunto Cristina Paltrinieri – si tornerà ovviamente a prediligere la fruizione dal vivo che è quella più completa e unica, però sarà necessario un ripensamento per andare incontro ai cambiamenti avvenuti in questo periodo: l’esperienza del lockdown lascia comunque un segno e in un certo qual modo non si torna indietro, come se non fosse successo nulla”.

Cambiamenti che, nello specifico dei progetti di Intesa Sanpaolo, stanno prendendo soprattutto la forma di nuovi modi di raccontare la cultura, arricchendo l’esperienza della fruizione classica delle mostre o degli eventi.

“Abbiamo aperto da qualche settimana la mostra sul Tiepolo alle Gallerie d’Italia di Milano – ha spiegato Paschina – naturalmente in questo momento è tutto chiuso. Stiamo producendo il racconto di un quadro al giorno sui nostri podcast, stiamo anche producendo dei racconti con uno dei curatori. La stessa cosa la stiamo facendo su una mostra che si chiama ‘Folle’, allestita a Torino in occasione di Artissima, legata all’archivio Publifoto che noi abbiamo acquisito tempo fa, per raccontare dietro ogni fotografia quello che succede”.

La formula ibrida, tra presenza e digitale, sembra dunque essere lo standard per il futuro della cultura e dalle due ricerche emerge un messaggio che Intesa Sanpaolo definisce di “speranza” per tutti gli operatori del settore.