Manolo Valdés torna a Roma con la mostra “Le Forme del Tempo”

A Palazzo Cipolla dal 17 ottobre al 10 gennaio 2021

OTT 16, 2020 -

Roma, 16 ott. (askanews) – Dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 le splendide sale del Museo di Palazzo Cipolla a Roma ospiteranno la mostra “Manolo Valdés. Le forme del tempo”. L’artista spagnolo di fama internazionale torna così nella Capitale, dopo ben 25 anni (Galleria Il Gabbiano, 1995), grazie all’ampia mostra personale fortemente voluta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e realizzata da Poema, in collaborazione con la Galleria Contini di Venezia, con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.

In totale una settantina di opere (provenienti dallo studio dell’artista e da importanti collezioni private) fra quadri e sculture (in legno, marmo, bronzo, alabastro, ottone, acciaio, ferro, ecc.), alcune delle quali di grandi dimensioni, daranno conto del percorso creativo di Valdés dai primi anni ottanta (poco dopo la conclusione dell’esperienza di Equipo Crónica) ad oggi.

Nella ricerca figurativa e ludicamente visionaria di Valdés gli artisti del passato più o meno lontano (da Velázquez a Rubens e Zurbarán, da El Greco a Ribera fino a Léger, Matisse, Lichtenstein, ecc.) diventano interlocutori con cui intrattenere un contatto giornaliero, a cui rendere omaggio e che ampliano lo spazio polifonico del suo lavoro. È come se l’immagine prelevata da Valdés nel passato più o meno recente si fosse trasformata recependo i mutamenti dell’arte successiva (soprattutto attraverso l’informale e la Pop Art) fino ad approdare in una nuova veste davanti a noi, con i buchi e le lacerazioni della materia impressi da questo lungo viaggio nel tempo.

Come scrive il curatore Gabriele Simongini, “l’opera-matrice, di capitale importanza per l’inesausto andirivieni di Valdés nel labirinto della storia dell’arte, è “Las Meninas” di Velázquez, soprattutto per quell’intreccio fra realtà ed illusione, per quel gioco con la verità e con le apparenze, che costituiscono il cuore di quel capolavoro e del barocco spagnolo ma anche del lavoro stesso di Valdés. L’artista riesce, quasi per magia, a conferire una tridimensionalità scultorea a figure e personaggi prima “condannati” alla bidimensionalità della tela, ed opera un continuo ribaltamento di ruoli nei valori plastici attribuiti alla pittura con la sua strabordante matericità e in quelli pittorici dati spesso alla scultura tramite l’importanza del colore, nonché nella sorprendente “materializzazione” plastica del disegno in opere di notevoli dimensioni ma dall’estrema leggerezza visiva e poetica”.

“Le opere di Valdés, siano esse dipinti o sculture, sono percorse da una forza e una vitalità dirompenti, trasmesse dalla sapiente lavorazione che l’artista fa dei materiali più vari, fino a comunicare allo sguardo quasi una sensazione tattile – ha commentato il prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele – Del suo lavoro apprezzo, in particolare, l’attitudine ad attingere in maniera del tutto trasparente e naturale al repertorio artistico del passato per reinterpretarlo in chiave contemporanea, a conferma della mia convinzione che l’arte è un fluire ininterrotto, un dialogo costante tra i grandi di ieri e di oggi, e che non ha dunque senso racchiuderla in periodi rigidi ed impermeabili tra loro. Dare spazio ad eventi come questa mostra è ancora più importante in questo drammatico momento storico, afflitto dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente grave crisi economica e sociale che ci ha colpiti, alla quale mi prodigo per dare risposta anche attraverso l’arte e la cultura, nella speranza di contribuire ad alleviare la penosa condizione esistenziale in cui si trovano i nostri concittadini”.

Il catalogo della mostra, pubblicato da Manfredi Edizioni, conterrà i testi del Prof. Emanuele, di Gabriele Simongini, di Kosme de Barañano, oltre a tutte le opere esposte e ad un’ampia bio-bibliografia.