Scelti i vincitori del bando Artists’ Film Italia Recovery Fund

Premiati R. Fassone, B.Favaretto, R. Giacconi e C. E. Shanta

LUG 31, 2020 -

Milano, 31 lug. (askanews) – La giuria composta da Andrea Lissoni, direttore artistico Haus Der Kunst, Monaco di Baviera; Sarah Cosulich, direttore artistico La Quadriennale di Roma; Lorenzo Giusti, direttore GAMeC di Bergamo; Lucrezia Calabrò Visconti, curatrice indipendente e Leonardo Bigazzi, curatore Lo schermo dell’arte e Artists’ Film Italia Recovery Fund, hanno selezionato Roberto Fassone, Beatrice Favaretto, Riccardo Giacconi, Caterina Erica Shanta come vincitori del bando di produzione Artists’ Film Italia Recovery Fund, finanziato con 27.000 euro attraverso una campagna di crowdfunding. I progetti dei 4 giovani artisti italiani sono stati selezionati tra le 70 domande di partecipazione ricevute e saranno finanziati con l’intera somma raccolta.

Il progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund, promosso dallo Schermo dell’arte e ideato e curato da Leonardo Bigazzi, è nato per supportare gli artisti in questa fase difficile dovuta alla pandemia del COVID-19, dimostrando che l’unico modo per reagire alla crisi è quello di fare sistema attraverso un modello di collaborazione trasversale tra istituzioni, curatori e collezionisti che hanno aderito con entusiasmo e generosità all’iniziativa.

Leonardo Bigazzi e Il team de Lo schermo dell’arte lavoreranno a stretto contatto con gli artisti vincitori offrendogli tutto il supporto produttivo necessario. Le opere vincitrici saranno presentate allo Schermo dell’arte Film Festival nel novembre 2021 e in istituzioni e Festival nazionali e internazionali. Un’edizione d’artista di ciascuna opera prodotta sarà donata alla collezione permanente della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Una scelta che, oltre a incrementare il patrimonio pubblico italiano, supporta un’istituzione del territorio con il più alto numero di vittime causate dal virus nel nostro Paese.

Vulcano forgia lo scudo di Achille (working title) di Roberto Fassone, è un’installazione video a due canali della durata di ventuno minuti, suddivisa in sedici brevi capitoli. I ventuno minuti sono equivalenti alla durata di Un Chien Andalou, cortometraggio surrealista diretto da Luis Bunuel nel 1929; i 16 capitoli sono invece legati alla struttura di High Priests, testo cardine della cultura psichedelica, scritto da Timothy Leary nel 1968 e suddiviso in 16 trip. L’opera condensa citazioni cinematografiche e letterarie che ne esemplificano la natura allucinogena e surreale. Il materiale utilizzato è di diversa natura: estratti da pellicole cinematografiche, animazioni, video scaricati da youtube, video stock, testo e archivi personali. Una lista di idee che può essere continuamente aggiornata, la metafora di una mente alla ricerca di un significato o di un canale espressivo.

The Pornographer di Beatrice Favaretto, è un film che nasce all’interno della scena postporno berlinese e indaga la figura della regista Emy Fem, sexworker, attivista trans femminista, che da anni si dedica alla creazione di film, documentari e performance finalizzati alla naturalizzazione della sessualità e alla difesa dei diritti dei Sexworker. The Pornographer entra nei set della sua ultima creazione Oily Fingers prodotto postporno DIY (Doityourself porn), girato tra Dresda e Lipsia in cui l’artista ha collaborato come primo operatore. L’intera opera si focalizza sulla seduzione di questa figura che si fa strumento di creazione instaurando rapporti complementari e di dialogo con i suoi attori al fine di mostrarne tutta la loro controversa bellezza.

Il film Diteggiatura di Riccardo Giacconi, racconta la realtà della Compagnia Carlo Colla & Figli, la più grande e antica compagnia marionettistica d’Europa, indagando le possibili relazioni tra l’arte dell’animazione di oggetti tramite fili e gli sviluppi della ricerca contemporanea sulla robotica e sull’intelligenza artificiale. Il film è realizzato in collaborazione con Andrea Morbio e la Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli e prodotto da Slingshot Films.

Talking About Visibility di Caterina Erica Shanta, riflette sul potenziale delle memorie in diaspora e sul processo di perdita, e successiva riappropriazione, dei propri punti di riferimento visuali e dell’immaginario ad essi connessi. Il film sarà il risultato del laboratorio di cinema collettivo che l’artista realizzerà a settembre 2020 con un gruppo operativo estremamente eterogeo – richiedenti asilo, in attesa di permesso di soggiorno, rifugiati, migranti – residenti nella città di Torino. Un atto di immaginazione collettivo, una sperimentazione cinematografica di sovvertimento dello spazio pubblico, attraverso una riconfigurazione delle storie in esso inscritte. Il laboratorio sarà realizzato grazie al premio di residenza “Torino Social Impact Art Award”, promosso da Torino Social Impact, ideato e curato da Artissima, in collaborazione con Combo e con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo.