MoMA: prima volta online per “Grosse Fatigue” di Camille Henrot

Su YouTube del museo di New York il video premiato alla Biennale

LUG 4, 2020 -

Milano, 4 lug. (askanews) – E’ una delle opere video più importanti degli ultimi anni, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2013, uno di quei lavori che contribuiscono a definire l’immaginario del contemporaneo, se non proprio a definire il contemporaneo stesso. Si tratta di “Grosse Fatigue”, film di 13 minuti di Camille Henrot, che dopo sette anni dalla sua presentazione viene per la prima volta messo integralmente a disposizione del pubblico sul canale YouTube del MoMA di New York. Un vero e proprio evento digitale, simile a quello che ha visto, pochi giorni fa, Palazzo Grassi di Venezia organizzare 48 ore di streaming per l’opera video “Love is the Message. The message is Death” di un altro artista premiato alla Biennale come Arthur Jafa.

“Grosse Fatigue”, pur nella relativa brevità, è un tour de force tra scienza, mitologia, biologia e poesia (ma è un elenco limitato) incentrato sulle collezioni scientifiche dello Smithsonian Institute. La “scena”, se così possiamo dire, è il desktop di un computer, sul quale si aprono decine e decine di finestre, per comporre un quadro al tempo stesso totale e sfuggente, palese e nascosto, riconoscibile e angosciante. Il tutto corredato da una colonna sonora costruita su una poesia scritta con Jacob Bromberg che ripercorre, anche nel ritmo musicale, l’impellenza dell’indagine sulle origini dell’universo e la sua componente, comunque, misteriosamente primordiale, quasi aliena.

Secondo quanto spiegato dalla stessa Camille Henrot, artista parigina 42enne, il film analizza “il desiderio di rendere universalizzare la conoscenza, accompagnato dalla coscienza che io ho di questo atto”. Un progetto che si chiede “che cosa c’è oltre il limite?”. La risposta, probabilmente è che c’è il mistero, l’insondabile. E accanto a esso si può incontrare una certa idea di arte, come quella rappresentata da “Grosse Fatigue”.