Mostre, la galleria Pavart riprende attività con mostra di Morzetti

Si intitola "Skin_20", Instagram Live il 18 giugno

GIU 6, 2020 -

Roma, 6 giu. (askanews) – La galleria d’arte contemporanea Pavart riprende l’attività presentando il primo evento d’arte post-lockdown: la mostra personale di scultura di Roberta Morzetti, SKIN_20. Lo fa saltando il vernissage dell’evento ma organizzando un collegamento live su Instagram nel quale l’artista sarà collegata in diretta per raccontare la sua arte. La mostra si potrà visitare fisicamente solamente su appuntamento. La curatrice della mostra, Velia Littera, nonché direttrice di Pavart, afferma che vuole continuare a crederci perché l’arte, da sempre, ha curato l’anima e in un momento di lutto mondiale c’è bisogno di un’espressione artistica che lasci un segno indelebile nel nostro cuore.

Già dal titolo della mostra SKIN_20, si percepisce aria di cambiamento, è cambiata la vita infatti, e non si sa cosa succederà in futuro. Questo è anche il titolo attribuito ad una scultura realizzata dall’artista che verrà presentata in anteprima in occasione di questa mostra, un’opera che raffigura una figura femminile a tre teste. Non a caso l’artista Roberta Morzetti ha utilizzato la simbologia del numero “3”, che simboleggia la creatività come sviluppo dell’intelletto ed espressione di grande forza energetica. Con le sue nuove sculture, l’artista anch’essa inizia una nuova vita e, attraverso il suo segno artistico, percepiamo un’idea, un pensiero, un’emozione.

La Morzetti cambia pelle, quindi, si proietta verso una nuova dimensione. Le 12 sculture in mostra sono testimonianza di una maturità artistica raggiunta nel corso degli ultimi due anni, nel corso dei quali l’artista ha vissuto momenti di grande dolore ma, con tenacia, è stata capace di trasformarlo in opere d’arte meravigliose capaci di scuotere l’animo dello spettatore.

“La produzione artistica di Roberta ci espone una manualità che trasforma la materia, per esprimere i suoi alti rapporti ideali, ma trascina sul fondo della pulsione artistica una funzione curativa, risarcitiva di un dolore che risulta una costante onnipresente; la prima spinta creativa è quindi il suo vissuto, i suoi ricordi, che vegliano costantemente sul processo di concepimento, in modo che vi sia simbiosi e sintesi tra la passione creatrice che necessita della materia trasformata ed i significati del lavoro completato che sono molteplici ed impregnati di valenze simboliche, con divinità ctonie onnipresenti sullo sfondo, anche se non visibili… Tutto questo fa di questa giovane artista un vate, con il suo fardello di dolore e di ricordi e con il suo coraggio di mostrarli al mondo”, afferma Alessandro d’Ercole.