I nuovi originali digitali delle opere d’arte: musei al futuro

Il progetto di Save The Artistic Heritage per le versioni su file

GEN 22, 2020 -

Milano, 22 gen. (askanews) – Il “Musico” di Leonardo Da Vinci della Pinacoteca Ambrosiana di Milano è tra le opere in mostra al Louvre di Parigi per la grande esposizione sul genio italiano. Ma nel museo milanese è comunque possibile ammirare, nella sala che ospita anche il Codice Atlantico, il “nuovo originale digitale”, ossia una versione su file del dipinto che ne riproduce alla perfezione ogni elemento, dell’opera di Leonardo. Un progetto portato avanti dall’associazione Save The Artistic Heritage, che promuove l’arte italiana attraverso la creazione e l’esposizione di questi nuovi originali brevettati e ad alta tecnologia, chiamati Daw.

“L’obiettivo – ha detto ad askanews Federica Pesce di Save The Artistic Heritage – è quello di diffondere queste opere in tutto il mondo e poter organizzare delle mostre, proprio come se avessimo l’originale. Quindi per tutelare l’invecchiamento dell’originale, permettendo di restaurarlo, ma anche perché il pubblico ne possa godere in posti impensabili, come è successo poco tempo fa nella nostra mostra di Jedda”.

I Daw delle opere vengono realizzati in accordo con i musei e si basano su una tecnica che garantisce la fedeltà all’originale e la sicurezza del file. E si tratta di opere a loro volta, che poi vengono anche messe sul mercato in tirature limitate e concordate. “Questo nasce – ha aggiunto la rappresentante di Save The Artistic Heritage – con l’obiettivo di cercare di creare nuovi ricavi per i nostri musei, perché il 50% al netto dei costi viene devoluto al museo per il restauro dell’originale. Perché i nostri musei hanno opere di inestimabile valore, ma anche il costo della manutenzione spesso è inestimabile”.

Guardando da vicino il “nuovo originale” del Musico si possono apprezzare anche le imperfezioni del dipinto, di cui in digitale viene riprodotto ogni dettaglio. E l’effetto è notevole. “Quello che sicuramente ci ha emozionato di più, una volta che abbiamo realizzato il prodotto – ha concluso Federica Pesce – è vedere come i direttori dei nostri musei hanno reagito alla versione digitale dell’originale: lo hanno fatto con grande entusiasmo, tanto è vero che i nostri Daw vengono esposti dai musei italiani, e quindi questa è la più grande soddisfazione”.

Quella del Musico è una delle prime esposizioni di un Daw nei musei italiani e il fatto che possa comunque mantenere il fascino dell’opera di Leonardo, pur accanto ai grandi capolavori che arricchiscono l’Ambrosiana – impossibile non citare lo stupefacente cartone della Scuola di Atene di Raffaello – è un elemento non da poco.