A Cinecittà apre il Miac, il nuovo museo di audiovisivo e cinema

Da dicembre un viaggio immersivo tra film, tv, tecnologia digitale

OTT 29, 2019 -

Roma, 29 ott. (askanews) – Aprirà il prossimo dicembre il MIAC, il museo italiano dell’audiovisivo e del cinema dentro gli Studi di Cinecittà. Realizzato nell’ex laboratorio Sviluppo e Stampa, è un museo immersivo, emozionale, con sale immerse nel buio dove scorrono film e filmati d’archivio, documenti, fotografie, interviste, grafiche non solo di cinema ma anche di tv, dove trovano spazio la tecnologia digitale, la realtà virtuale e aumentata, i videogiochi. L’arte delle immagini in movimento, dunque, raccontata attraverso aree tematiche e altrettante sale: quella delle emozioni e dell’immaginario del cinema italiano, quella dedicata a attori e attrici, alla storia, alla lingua, al potere, al paesaggio, alla musica, ai maestri, al futuro. Un’esperienza multimediale che permette allo spettatore di seguire il racconto di 120 anni di storia italiana attraverso immagini, luci e suoni.

Il Museo copre un’area di 1650 metri quadri, è stato finanziato dal Ministero per i Beni e le attività culturali e realizzato da Istituto Luce-Cinecittà in partnership con Rai teche e Centro Sperimentale di Cinematografia: dai loro immensi archivi arrivano le immagini in movimento che verranno aggiornate, cambiate, rinnovate nel tempo, mentre nel corso del prossimo anno verrà aperto uno spazio per le mostre temporanee e lo Spazio Lettura Tullio Kezich, con 7000 volumi provenienti dalla biblioteca personale del grande critico cinematografico.

Il nuovo museo è stato presentato oggi al ministro della Cultura Dario Franceschini dal Presidente dell’Istituto Luce Cinecittà Roberto Cicutto, che ha affermato: “Oggi è come una startup, il museo verrà continuamente rinnovato con il patrimonio dei nostri materiali, aggiornato con contenuti sempre diversi”. Il ministro Franceschini ha sottolineato: “E’ un luogo importante per chi verrà, che vivrà in modo diverso l’emozione del cinema e delle immagini, ed è un luogo intorno al quale si possono costruire molte cose, sugli archivi, sul patrimonio che già c’è, e iniziative di studio, di ricerca, di formazione”.