The Burn Orange Heresy, Capotondi: atmosfera alla Hitchcock

Jagger:"Oggi nel mondo assistiamo a grande incivilta'"

SET 7, 2019 -

Venezia, 7 set. (askanews) – Standing ovation per sir Mick Jagger e Donald Sutherland al loro arrivo in conferenza stampa per The Burnt Orange Heresy, thriller noir diretto da Giuseppe Capotondi presentato Fuori concorso alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Presenti anche il regista e gli altri componenti del cast: Claes Bang ed Elizabeth Debicki.

Il mondo dell’arte e quello della malavita si scontrano. Il regista ha spiegato che il film parla della verità, l’eterno confine tra vero e falso che nell’arte e’ sempre presente, “i personaggi sono bellissimi con dialoghi bellissimi. Mi è piaciuto come la mente umana trasforma la verita’ in bugie e poi ci crede”. Donald Sutherland che interpreta un pittore schivo e solitario , ha sottolineato di avere amato il suo ruolo, un artista ” che può dipingere senza usare la pittura. La miglior sceneggiatura che ho letto da 20 anni. E’ stato un progetto straordinario”.

Elizabeth Debicki ha dichiarato di avere amato soprattutto” l’intelligenza “del suo personaggio ” mi ha affascinato la sua intuizione e istinto. “Claes Bang che recita il ruolo del critico ha spiegato” odio avere cattive recensioni ma fa parte del business, si muove tutto nel mondo dell’arte e della critica in generale. Cerco di mettere le emozioni nella mia recitazione. Amo l’arte credo che i critici ci sono ma non ci si deve preoccupare troppo”.

Mick Jagger che interpreta la parte di un ambiguo e ricco collezionista con villa sul lago di Como ha amato “recitare il ruolo del collezionista, all’inizio ero un commerciante d’arte e ha una galleria ed è un altro aspetto. Il ruolo dei critici e’ importante e il mercato e’ sostenuto dai mercanti d’arte, molti commercianti collezionato arte. Io non sono un collezionista, compro le cose e poi le perdo, sono l’opposto di un collezionista”.

Capotondi ha voluto creare un’atmosfera di stile ed eleganza tipica dei film della Hollywood degli anni 60. Le maschere, la verità e la finzione sono la cifra semantica del mondo dell’arte. “Una delle prerogative degli artisti e’ quella di mettere una maschera non di toglierla, come attore e’ quella di indossare una maschera anzi piu’ maschere”.

A chi gli chiedeva come sia cambiato il mondo dai tempi dei giovani Rolling Stones, Jagger ha risposto: “il mondo è diverso, ogni generazione e’ diversa, stiamo affrontando tempi strani adesso e lo si sa ma non si sa cosa accadra’ alla fine di questi tempi. Credo ci siano cose diverse che coesistono. C’è una grande polarizzazione e meno civilta’, in particolare – ha aggiunto – c’e’ un’incivilta’ nella vita politica in tanti paesi, compreso il mio in questa ultima settimana, vale anche per gli Usa. Ci chiediamo dove questa incivilta’ brutale ci porterà. Questo film che riguarda il falso e il vero parla un po’ di questo è si inserisce in questo dialogo moderno”, ha concluso.