Una bici che pedala e si difende da sola

GIU 26, 2019 -

Roma, 26 giu. (askanews) – (fonte https://www.lautomobile.aci.it) La ricerca nel campo della automazione si allarga fino alla bicicletta, che potrebbe presto diventare driverless. Un punto di svolta nel panorama soprattutto del bike sharing: ciò che si prospetta è una due ruote capace di presentarsi in totale autonomia presso il luogo di prenotazione del cliente e tornare poi da sola al punto di ricarica della batteria. Rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione.

Sembra che Uber – la società appena quotata in Borsa e leader nel mondo dei servizi di taxi con mezzi privati – stia investendo anche su questo settore. E starebbe pensando di portare anche nelle città italiane la sua proposta di bici in sharing Jump.

La rivoluzione delle startup italiane

In realtà, in Italia alcune startup innovative stanno già trasformando il modo di vivere la bicicletta: un tassello tecnologico alla volta e ci si avvicina sempre più all’autonomia.

BlueBrake, un’azienda specializzata in tecnologie applicate ai sistemi frenanti per i veicoli elettrici leggeri, ha sviluppato l’unico Abs completamente integrabile al telaio, una tecnologia invisibile in grado di garantire la massima sicurezza sull’e-bike.

Nel 2017 nasce a Milano HiRide, che ha sviluppato uno dei più avanzati sistemi di sospensione elettronica intelligente consentendo di massimizzare la propulsione di energia minimizzando la dispersione. Il sistema è destinato a professionisti e bici di alta fascia. La startup Shiftic, invece, rende automatico il cambio classico: un dispositivo elettromeccanico attraverso un algoritmo potrà regolare il cambio a seconda della pendenza, della qualità del terreno e dello sforzo compiuto dal conducente. BlueBrake, HiRide, Shiftic sono nate all’interno di e-Novia, società che rappresenta un’intelligente scommessa sul mercato dell’e-bike in grande espansione.

Bici senza lucchetto

Stando agli ultimi dati disponibili (del 2014) in Italia vengono rubate 320mila biciclette l’anno, una limitazione questa, agli stessi servizi di bike sharing.

La società olandese Van Moof, specialista di e-bike, vuole andare oltre il concetto tradizionale di antifurto, ritenuto superato da molti, per dare forma ad una “bici senza catene”, in grado di proteggersi da sola. Per la società olandese insopportabili beep e rumori nauseanti di disturbo al ladro stesso potrebbero rappresentare una soluzione efficace.

L’Ancma, l’associazione delle due ruote italiana, vuole invece lanciare un “Ciclo registro” nazionale che permetta di vincolare la bici al legittimo proprietario raccogliendo i numeri di telaio per poi fornire i dati alle polizie locali e alle compagnie assicurative. Anche BikeBee, startup di Livorno, parte dall’idea di un registro digitale e facile da utilizzare, che permetta di reimpostare il proprietario della bici via mail o app tramite Qr Code.

Le tecnologie di marchiatura variano: dagli sticker resistenti agli agenti chimici, a pennarelli in grado di rilasciare migliaia di microtarghette con codice univoco, ai localizzatori Gps.

E’ social invece l’iniziativa di BiCiclope: un sensore installato all’interno della bici tramite un’app di localizzazione con il supporto di una piattaforma social potrà attivare un’intera community via cloud per contrastare il furto.