Pittura, musica e interiorità: una mostra di Antonella Benanzato

A Padova "Cromogonie - Ritratto del paesaggio interiore"

GIU 17, 2019 -

Padova, 17 giu. (askanews) – Una pratica artistica molto sentita, che unisce la pittura alla musica, ma anche alla danza. A Padova, alle Scuderie di Palazzo Moroni, è aperta al pubblico fino al 14 luglio la mostra di Antonella Benanzato, “Cromogonie – Ritratto del paesaggio interiore”, un viaggio attraverso dipinti che hanno un’intensità capace di evocare molto altro.

“La mia ricerca artistica – ha spiegato Antonella Benanzato ad askanews – si muove sempre dall’abbinamento tra il suono e il colore. Questa mostra, nella quale presento 30 opere, di cui cinque ritratti, è una mostra che parte proprio dalla musica, dalle note musicali associate a dei colori e dal movimento associato al gesto pittorico, movimento coreutico per quanto mi riguarda”.

Una gestualità quindi, sia quella dell’atto pittorico, sia quella della danza vera e propria, che è al cuore del lavoro di Benanzato, capace di usare l’astrazione per poi ritrovare una via figurativa, in modo che la compresenza delle due tipologie di dipinti riempia davvero di contenuto quell’idea di “paesaggio interiore” che è dichiarata già nel titolo della mostra.

“Io nasco come musicista, come pianista – ha aggiunto l’artista – e da sempre ho associato le mie composizioni a una scala cromatica che è come la scala musicale. In questa occasione il mio paesaggio interiore viene rivelato, ma assume anche una connotazione morfologica. Il connotato dell’astratto, che mi accompagna da molti anni ormai, diventa ritratto”.

Un ritratto che, ovviamente, nella componente più metaforica è quello della stessa Benanzato, ma che prende anche la forma di altre due storie di donne padovane, la compositrice e performer Debora Petrina e la coreografa e danzatrice Maria Vittoria Campiglio, entrambe ritratte nella mostra di Palazzo Moroni. Dove si respira un’atmosfera di ricerca che è artistica, ma anche filosofica, in quello che a noi appare anche un tentativo venato di suggestioni orientali di dare un ordine, parziale ma di senso compiuto, al tutto che l’arte porta necessariamente con sé.