Roma, 19 mag. (askanews) – Oggi ultimo round delle elezioni per il rinnovo del parlamento in India: con gli ultimi sette Stati si chiude la maratona elettorale, mentre i risultati dalla scrutinio sono previsti per il 23 maggio. Le più grandi e lunghe elezioni al mondo – quasi sei settimane – vedono il primo ministro uscente, Narendra Modi, che oggi si è recato nel suo seggio di Varanasi, puntare a mantenere la maggioranza in parlamento ed ottenere un secondo mandato con il suo Bharatiya Janata Party, mentre l’Indian National Congress, il “partito del Congresso, presieduto da Rahul Gandhi, figlio di Sonia e di Rajiv, punta ad un vero rilancio.
Sulla scia di sondaggi che hanno previsto un testa a testa tra le due formazioni, la campagna elettorale e poi la lunga fase di votazioni si sono svolte in un clima arroventato, con scambi di insulti tra i candidati e dichiarazioni violente.
Una per tutte: un candidato del partito di Modi è stato condannato per aver definito l’assassino di Mohandas Karamchand Gandhi “un patriota”.
Le elezioni dei 543 membri della Lok Sabham, la camera bassa del Parlamento, si svolgono in sette turni tra aprile e maggio. I 543 membri delle altrettante circoscrizioni in cui è suddivisa l’India vengono eletti con l’uninominale secca, o il first past the post, retaggio dell’amministrazione britannica durata fino al secondo dopoguerra. Quest’anno sono stati chiamati alle urne oltre 900 milioni di indiani, 80 milioni in più rispetto alle precedenti elezioni del 2014: per questo le elezioni in India sono considerate le più grandi del mondo per il numero di votanti.
Gli elettori devono scegliere i 543 deputati che siederanno in parlamento e il partito con 272 o più seggi sceglierà il primo ministro. Se nessun partito o alleanza elettorale otterrà un numero di seggi sufficiente, potrà nascere un governo dicoalizione e a questo punto saranno i grandi partiti regionali a fare da ago della bilancia.
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