Palazzo Strozzi a Firenze rielabora l’idea di perfomance d’arte

Dal 12 aprile interventi site specific di artisti internazionali

APR 11, 2019 -

Milano, 9 apr. (askanews) – Dal 12 aprile al 14 luglio 2019 Palazzo Strozzi a Firenze presenta “Beyond Performance” uno speciale progetto prodotto e organizzato da Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione CR Firenze e Osservatorio per le Arti Contemporanee e a cura di Alberto Salvadori, con interventi site specific degli artisti Cally Spooner e Mario García Torres (dal 12 aprile al 12 maggio 2019 negli spazi della Strozzina) e del collettivo Opavivará! (dal 16 maggio al 14 luglio 2019 nel cortile di Palazzo Strozzi).

Il progetto propone tre distinte modalità di rielaborare l’idea di performance nella produzione artistica di oggi, esaltando il suo essere forma espressiva interdisciplinare attraverso la sperimentazione con media e contesti diversi e il coinvolgimento del pubblico in una riflessione sul rapporto tra realtà e finzione e sul concetto di partecipazione.

Celebre per la sua capacità di combinare spazio, performance e scrittura, Cally Spooner presenta And You Were Wonderful, On Stage , installazione video che nasce da un’omonima opera musicale del 2013 proposta dall’artista come performance dal vivo in numerosi musei e spazi espostivi internazionali. Con un approccio meta-narrativo l’opera mostra la costruzione di un film tratto dal musical, in un’immersione emotiva e concettuale per il pubblico che si ritrova al centro di cinque grandi proiezioni. La musica scorre su immagini girate in presa diretta, in cui si susseguono varie azioni di attori e performer colti in un continuo avvicendamento tra palco e backstage, creando una forte tensione per i visitatori costantemente posti dentro e fuori lo spettacolo. Protagonista è un coro femminile che trasforma in canto gli appunti di una riunione di una agenzia pubblicitaria in cui si discute di come trasformare fatti personali in potenziali spot dell’azienda. Citando anche figure della cultura pop come Beyoncé e Justin Bieber o politici come Michael Gove e Jon Favreau, il testo e l’installazione diventano una ironica riflessione sull’idea di messa in scena, su come l’utilizzo di media, tecnologie o mezzi di informazione possono nascondere, manipolare o trasformare la realtà.

Mario García Torres propone Falling Together in Time, installazione in cui video, pittura, musica, scultura e performance interagiscono e si sovrappongono tra loro, esaltando casualità e coincidenze in uno spazio che verrà animato da una serie di azioni che accadranno in modo inaspettato. Il titolo è ripreso da uno dei video presentati in mostra: partendo dalla Los Angeles dei primi anni Ottanta sono raccontati fatti di cronaca e storie della cultura popolare e musicale che si intrecciano e si collegano tra loro in maniera casuale diventando uno strumento di riflessione sull’idea di sincronicità di coincidenze significative della vita di ognuno. A questo video si affianca l’installazione sonora This Sound Makes Me Think Something Great Is About to Happen e una serie di cinque dipinti monocromi neri, ognuno dotato di una luce led sulla tela collegata a un dispositivo elettronico che riproduce sotto forma di impulsi luminosi cinque diverse canzoni citate nel video iniziale (Holiday di Madonna, Instant Crush dei Daft Punk, Gentlemen Take Polaroids di Japan, 1984 di Van Halen, Physical di Olivia Newton-John).

Come ideale conclusione del progetto, il collettivo Opavivará! trasforma il cortile di Palazzo Strozzi in un grande spazio di partecipazione e coinvolgimento attraverso l’installazione Rede Social, una grande e coloratissima amaca di oltre 10 metri in cui il pubblico sarà invitato a salire per vivere lo spazio e l’architettura del palazzo da un punto di vista e da una posizione inconsueta. L’opera è stata pensata e disegnata appositamente per il Cortile di Palazzo Strozzi, luogo racchiuso nel cuore del Palazzo ma nel contempo aperto alla città. Ispirato dalla cultura brasiliana, aperta, libera e fortemente collettiva, Rede Social (in inglese Social Network, ma anche con un doppio senso delle parole “rete” e “sociale”) consiste in una struttura simile ad un tunnel aperto, che sostiene una unica amaca colorata con 12 postazioni collegate insieme che permetterà al pubblico di abbandonare temporaneamente il ruolo sociale che ognuno ha nella vita di tutti i giorni, rilassandosi e prendendosi una pausa dal mondo esterno al fine di concentrarsi sulle cose più essenziali della vita e sulle relazioni umane.