Bergamo, alla GAMeC tre linguaggi oltre il reale

In mostra Oscar Giaconia, Jacopo Miliani e Driant Zeneli

GEN 17, 2019 -

Bergamo, 17 gen. (askanews) – Il linguaggio e i contenuti, l’attenzione alle tendenze del momento e il senso di una istituzione culturale dinamica, capace di guardare oltre la cosiddetta “realtà”. Le tre nuove mostre presentate alla Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Bergamo hanno il pregio di mettere in moto sensazioni ed emozioni diverse, talvolta in conflitto tra loro, il che permette al visitatore di godere di una forte sensazione di movimento e di ricerca. Rivolta, oltretutto, ad artisti giovani e attivi in Italia, come Oscar Giaconia, di cui è presentata la prima personale in una istituzione del nostro Paese: “Hoysteria”.

“E’ la mostra di un pittore – ha spiegato ad askanews Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC – che però poi si sviluppa su un piano installativo, tutto lo spazio che noi chiamiamo Zero è stato interpretato da questo autore che lavora sull’idea del fallimento e anche sulla gioia del fallimento. Questo è anche un tema che ritroviamo peraltro anche nella trilogia di Driant Zeneli, nella quale l’artista cerca di raggiungere la Luna o il Sole oppure di disegnare le nuvole attraverso espedienti particolari, lanciandosi con un parapendio, oppure facendo saltare da un bungee jumping, e quindi vi sono ovviamente delle sottotracce”.

Accanto a quelle di Giaconia e Zeneli, quest’ultima intitolata “When Dreams Become Neccessity” e dotata di una grande forza narrativa, c’è poi un’altra mostra di immagini in movimento, dedicata a uno degli artisti più interessanti della scena italiana.

“Jacopo Miliani – ha aggiunto Giusti – è stato scelto dalla GAMeC perché Artists’s Film International ogni anno selezione un tema e quest’anno è il gender e indubbiamente il suo lavoro, nello sviluppo nell’analisi di queste tematiche, per quanto riguarda il nostro Paese, è fondamentale”.

Miliani si muove tra Pasolini e una sorta di avanspettacolo contemporaneo, ragionando sulla possibilità di identità multiple e rimettendo in discussione, ancora una volta, l’idea stessa dei confini dell’indagine artistica sul presente, operazione che, in fondo, è essa stessa prova di inesausta vitalità.

Tutte le mostre della GAMeC, che restano aperte al pubblico a Bergamo fino al 24 febbraio, sono curate da Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni.

Lme