Mostre, per la prima volta a Roma Maria Magdalena Campos-Pons

Domani inaugurazione rassegna voluta da Fondazione Cultura e Arte

GEN 14, 2019 -

Roma, 14 gen. (askanews) – Terza mostra della terza stagione di Visionarea Art Space, che si avvale del prezioso sostegno della Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele, per il terzo anno consecutivo vicino alla rassegna. Con sede al secondo piano dell’Auditorium Conciliazione, Visionarea Art Space, domani 15 gennaio, porterà per la prima volta a Roma il lavoro dell’artista Marìa Magdalena Campos-Pons.

Maria Maddalena Campos-Pons è un’artista e performer cubana, naturalizzata americana, sicuramente tra le voci più evocative dell’ultimo decennio. Artista, donna, migrante, narratrice di un’epoca dove è il viaggio la costante di incontri e contaminazioni. La Campos-Pons lavora con la fotografia, la pittura, la scultura e il video creando spesso delle gigantesche installazioni mediante l’utilizzo di tutti i media. Il suo lavoro si basa su problematiche legate alla storia, alla razza, alla memoria e alla complessità della ricerca di identità dell’individuo riportando il tutto in un’estetica lirica e sensuale.

Rappresentante della propria nazione al padiglione cubano della Biennale di Venezia 2013, è presente in diverse biennali tra cui ricordiamo Senegal, Cina e Havana. Conta in curriculum svariate mostre personali e acquisizioni da parte di importanti musei internazionali come il Museo di Arte Moderna di New York e il Museo d’Arte di Indianapolis. In Italia nel 2017 presenta il proprio lavoro in una personale alla Galleria Pack di Milano. Sempre nel 2017 viene chiamata a DOCUMENTA di Kassel e nel 2018 realizza una straordinaria mostra alla Wendy Norris Gallery di San Francisco.

“Non si sfugge al proprio destino”, è questo il senso di tutto il lavoro della Campos-Pons incentrato su un racconto di sopravvivenza della cultura, della religione e delle persone che nel viaggio che parte dall’Africa nel 18 secolo vivono la tratta degli schiavi. Una narrativa frammentata utilizzata per raccontare una storia senza retorica e senza lasciare nulla di sotto inteso. Il suo lavoro di ricerca nella storia e nella memoria ci restituisce costantemente un’identità, sempre la stessa; è come se la Campos-Pons volesse dirci che, pur spostandosi di nazione in nazione, pur lottando, pur mischiandosi con culture e popoli diversi, non si può sfuggire al proprio destino, anzi lo si porta con sé e non c’è modo di cambiarlo. Si apprendono nuove lingue, nuovi usi e costumi, ci si evolve con conoscenze e studi, ci si mescola attraverso nuovi incontri generando nuovi melting-pot ma quella radice che portiamo dentro di noi rimane indelebile, primaria, e traccia indelebilmente il nostro destino.

Afferma Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, a proposito di questa artista: “La Campos-Pons ha un’identità ben precisa, riconoscibilissima, un’identità multiforme e sfaccettata, che porta in sé i segni delle sue origini cubane, nigeriane e cinesi, ciascuna con le proprie specificità, di cui l’artista ha piena consapevolezza e che vive ed interpreta con fierezza e con un approccio assolutamente attuale. La sua arte ha una connotazione spiccatamente femminile, un sapore poetico con accenni di misurata sensualità, capace di condurre per mano lo spettatore nel suo mondo e di narrargli la sua storia, che è una storia con radici ancestrali – da salvaguardare e difendere – ma nello stesso tempo fortemente proiettata nel futuro.”.

La storia messa in scena dalla Campos-Pons è quella fatta di antiche origini, le uniche capaci di infonderci la sicurezza e la forza per esorcizzare il futuro. Origini, traccia indelebile e ancora di sicurezza.