Libri del 2018, l’anno dell’ultimo saluto a Philip Roth

Einaudi ha pubblicato la non fiction di "Perché scrivere?"

DIC 24, 2018 -

Milano, 24 dic. (askanews) – Il 2018 in campo letterario, parlando di fiction e di romanzi, è stato soprattutto l’anno della scomparsa di un gigante come Philip Roth, morto a fine primavera a 85 anni. Lui, che l’Accademia di Svezia ha snobbato per decenni, se ne è andato proprio nell’anno in cui il premio Nobel per la Letteratura non è stato assegnato in seguito a uno scandalo a sfondo sessuale (classico elemento rothiano), tanto che viene da pensare e, perché no, anche da essere sicuri, che, alla chetichella, se lo sia portato via proprio il buon Philip, ultimo segreto gesto di ribellione (ma anche di fedeltà a una vocazione assoluta alla scrittura, che è tutto ciò che conta sul serio).

Per salutarlo nel migliore dei modi Einaudi ha concluso la pubblicazione di tutti i suoi libri con il volume “Perché scrivere?”, che contiene “saggi, conversazioni e altri scritti”, insomma buona parte di ciò che Roth ha visto intorno ai libri, suoi e degli altri scrittori. Una sorta di autoritratto per frammenti, che si chiude con il discorso per i suoi ottant’anni, pronunciato nel 2013 al Newark Museum, a casa sua insomma, e dove per una sorta di congedo ha scelto le parole del suo personaggio più grande e insondabile: il burattinaio, satiro e sconfinato Falstaff contemporaneo, Mickey Sabbath. “Una vita di incessante dissenso – ha detto Roth alla platea quel giorno – è la miglior preparazione alla morte che lui conosca. Nella sua incompatibilità, Sabbath trova la sua verità”. Arrivederci Philip, e grazie di tutto.