Ferrara, concluso il riallestimento della Pinacoteca nazionale

Per l'occasione esposta la magnifica Bibbia di Borso d'Este

DIC 14, 2018 -

Ferrara, 14 dic. (askanews) – Dieci sale interamente rinnovate e una mostra temporanea che indaga le origini dello stile ferrarese. Le Gallerie Estensi – Pinacoteca nazionale di Ferrara tornano ad aprirsi interamente al pubblico dopo oltre due anni di lavori e aggiornamenti museografici. E la direttrice, Martina Bagnoli, ci ha parlato di cosa hanno significato questi interventi.

“I riallestimenti – ha detto ad askanews – sono occasioni importantissime per i musei, perché sono un modo per ripensare non solo le proprie collezioni, ma come queste possano ispirare il nostro pubblico, attirarlo. Il museo ha cambiato tantissimo, era un po’ di tempo che la Pinacoteca di Ferrara non veniva ripensata e riallestita, per cui l’opportunità di questi grossi lavori culturali ci ha dato tempo di rivedere a fondo praticamente tutte le nostre sale”.

La mostra “Cantieri paralleli” porta invece a Ferrara la Bibbia di Borso d’Este, un magnifico manoscritto rinascimentale miniato realizzato tra il 1447 e il 1463. “E’ un tipico prodotto di corte – ci ha detto Marcello Toffanello, curatore dell’esposizione – sfarzoso, estremamente costoso, pensate che costò sei volte di più che decorare il salone Schifanoia che è una delle opere pittoriche più importanti della pittura ferrarese. Ed è soprattutto uno dei due cantieri paralleli di cui si parla in questa mostra, perché è il cantiere in cui questi miniatori, ancora prima dei pittori, cominciarono a elaborare uno stile tipicamente ferrarese”.

Nella ricostruzione del secondo tassello della mostra, ossia lo studiolo di Belfiore in Palazzo dei Diamanti, l’indagine sulle origini della pittura ferrarese passa attraverso tre dipinti del ciclo delle muse, con la “Polimnia” in prestito da Berlino, che rappresentano il secondo cantiere di indagine. “L’aver riunito qui tre dipinti di questo ciclo – ha aggiunto Tofanello – ci permette di vedere le fasi iniziali di questo processo”.

Ma il riallestimento del museo, che prevede anche una sala dedicata alle tecniche degli artisti rinascimentali, esprime anche una forte volontà di aprirsi al pubblico sotto una nuova luce, per smentire chi ancora oggi pensa che le pinacoteche siano luoghi polverosi e immobili.

“Le collezioni sono, in fondo, non solo bellissime, ma anche divertenti – ha concluso Martina Bagnoli – ci sono personaggi molto divertenti, storie affascinati, e quindi è solo come vengono interpretate, da noi che ne siamo anche custodi, che possiamo ribaltare questa concezione”.

La mostra “Cantieri Paralleli” resta aperta al pubblico a Palazzo dei Diamanti fino al 22 aprile 2019.