L’identità europea e i film d’artista: un’analisi sul presente

A Firenze la mostra del progetto VISIO, per Lo Schermo dell'arte

NOV 15, 2018 -

Firenze, 15 nov. (askanews) – Un ragionamento visivo sul senso profondo di una identità europea, qui difesa, valorizzata e sostenuta, senza ovviamente nascondersi le complessità e i problemi che questa nuova geografia, non solo politica, porta con sé. Di questo si ragiona, con una fortissima tensione creativa e site specific, nella mostra “European Identities. New Geographies in Artists’ Film and Video”, che Leonardo Bigazzi ha curato nell’ambito dell’undicesima edizione de Lo Schermo dell’arte, il festival fiorentino che ogni anno indaga sulle immagini in movimento nell’ambito del contemporaneo. Una mostra potente, in risonanza con il luogo che la ospita, ossia l’ex prigione Le Murate.

“Le opere – ci ha spiegato Bigazzi – hanno trovato all’interno di questo spazio, molto caratterizzato perché era un ex carcere, delle relazioni e una forza rispetto alle tematiche che affrontano, dalla privazione della libertà personale all’intervento dell’uomo sulla natura, fino ad arrivare a opere che in qualche modo ricordano le sofferenze che ci sono state in questo luogo. Quindi, da questo punto di vista, mi sento di dire che sono molto contento”.

In mostra i lavori dei 12 artisti che sono stati selezionati per l’edizione 2018 di VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, opere che, con stili diversi, raggiungono intensità narrative e una lucidità di sguardo che sembra essere la vera cifra dell’intero progetto. E lo strumento cinematografico, che qui si svela molto bene nella sua natura di oggetto d’arte che viene fortemente definito anche dalla componente installativa, appare, come ci ha confermato Leonardo Bigazzi, più vivo che mai.

“Gli artisti – ha aggiunto il curatore – continuano a utilizzare il mezzo del film per raccontare il mondo che li circonda, perché sentono in qualche modo un’immediatezza e una facilità di raggiungere pubblici diversi, che poi è una delle riflessioni più grandi che facciamo allo schermo dell’arte. Mi sento anche di dire che sempre meno artisti utilizzano il formato dello schermo, mentre gli strumenti del digitale, dell’HD, anche con produzioni molto complesse, che richiedono un impegno di mezzi non indifferente, stanno crescendo”.

Così come cresce la consapevolezza del pubblico di fronte al film come oggetto d’arte contemporanea, oltre che la sensazione, qui a Firenze nei giorni de Lo Schermo dell’arte, di trovarsi in uno di quegli eventi nei quali succedono le cose.