Biennale architettura, le curatrici: costruiamo un mondo migliore

Yvonne Farrell e Shelley McNamara: più benessere e dignità

MAG 31, 2018 -

Venezia, 31 mag. (askanews) – Meno spettacolare di altre edizioni, forse, ma la 16esima Biennale di architettura di Venezia, che le curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara hanno deciso di dedicare al FREESPACE, lo spazio libero, rappresenta una vera immersione nella complessità del presente, sia nel senso delle problematiche, sia in quello delle soluzioni che possono venire proposte dagli architetti. Partendo da una considerazione tanto semplice quanto cruciale.

“Lo sappiamo che ci sono milioni di problemi nel mondo – hanno detto le curatrici ad askanews – ma l’architettura può rendere la vita delle persone un po’ migliore e talvolta anche molto migliore”.

Realtà, progetti, confronto diretto con un mondo che è lo spazio su cui gli architetti insistono, ma è anche il luogo dove le persone vivono, quindi non un’entità astratta, ma qualcosa di molto concreto e tangibile. Verso il quale questa Biennale vuole mostrare sia senso di responsabilità, sia attitudine generosa.

“Noi vorremmo – ha aggiunto Yvonne Farrell – che la gente ricordasse che siamo fatti di carne e ossa, che abbiamo ricordi, che ci sono cose a cui teniamo. Non ci sono segreti, l’architettura è importante per tutti noi”.

E proprio per questa importanza diventa interessante immaginare i modi in cui ci si può avvicinare alla Mostra internazionale, l’approccio che ciascun visitatore può scegliere per dare la propria lettura di questo spazio libero e di racconto. E anche in tal caso, per le due architette irlandesi, la dimensione della libertà, anche del fruitore, resta centrale.

“L’apprezzamento per l’arte – ha detto Shelley McNamara – non è razionale, non riguarda la comprensione di un’idea, ma ciò che colpisce e commuove. Credo che lo stesso valga per l’architettura. La gente capisce che cos’è l’architettura quando questa è assente. Penso che il pubblico dovrebbe vistare la mostra e soffermarsi su ciò che più li colpisce, per capire poi di cosa si tratta”.

FREESPACE, come recita il manifesto lanciato da McNamara e Shelley, vuole invitare a “riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo”, con l’obiettivo del “benessere” e della “dignità” per ogni persona. Obiettivi che, ci permettiamo di dire, danno la cifra di questa Biennale di grande consapevolezza e intensità.