L’estetica e l’industria: la Triennale celebra Osvaldo Borsani

Grande mostra a Milano, curata anche da Lord Norman Foster

MAG 15, 2018 -

Milano, 15 mag. (askanews) – Una retrospettiva completa su un protagonista della creatività italiana: la Triennale di Milano presenta la grande mostra “Osvaldo Borsani”, dedicata a uno dei pionieri della relazione tra estetica e industria. A introdurla al pubblico milanese il presidente della Triennale, Stefano Boeri.

“Io credo – ha detto l’architetto in conferenza stampa – che per molti aspetti, questa mostra racconti di un genio che ha saputo anticipare alcune delle grandi questioni del design contemporaneo, ponendole in una prospettiva estremamente avanzata”.

Due i curatori dell’esposizione, magnificamente allestita in uno degli spazi più suggestivi del palazzo di Giovanni Muzio. Il primo è Tommaso Fantoni, direttore dell’Archivio Osvaldo Borsani. “E’ una bella storia italiana – ha detto ad askanews – molto completa, di una persona di poche parole, forse ancora non così conosciuta, ma che ha fatto tantissimo ed è stato in grado di essere architetto, designer, imprenditore, grande innovatore, capace sempre di pensare in avanti, al futuro”.

Insieme a Fantoni l’esposizione porta anche la firma di un grandissimo architetto, come Norman Foster, che all’inizio della sua carriera ha lavorato con il designer italiano e ha vinto il Compasso d’oro per il sistema di tavoli e scrivanie da ufficio Nomos, realizzato proprio dalla TECNO di Borsani. “Se riflettiamo sui 60 anni di carriera di Osvaldo Borsani – ha detto l’archistar britannica – ci rendiamo conto che lui ha fatto tutto: ha progettato, ha realizzato pezzi unici come sculture, ha creato sistemi per applicazioni di massa; ha creato fabbriche e le ha gestite, ha fatto l’imprenditore e ha creato un marchio, prima ancora che la parola brand venisse usata”.

Particolarmente significativo poi il fatto che la mostra si tenga in Triennale, luogo da cui la carriera di Borsani è partita, nel 1933. “Fare la mostra in Triennale – ha concluso Fantoni – significa farla a casa sua. Lui ha debuttato a 22 anni qui, vincendo una medaglia, con una casa fatta con tutti gli arredi. Quindi ha debuttato quasi con tutti gli aspetti che poi avrebbe sviluppato nella sua carriera”.

L’esposizione, che unisce mobili e disegni, opere concepite insieme ad artisti come Lucio Fontana o Arnaldo Pomodoro a materiali video, è realizzata da Triennale Design Museum insieme all’Archivio Borsani e resta aperta al pubblico a Milano fino al 16 settembre.