“Visioni del Sud”, le foto di Giuseppe Palumbo che riscoprono il Salento

Domani a Roma l'inaugurazione col dj Populous

DIC 6, 2017 -

Roma, 6 dic. (askanews) – Domani giovedì 7 dicembre al Museo delle Civiltà e Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari di Roma si inaugura “Visioni del Sud”. Le fotografie di Giuseppe Palumbo rivivono in una mostra che riscopre il Sud Italia dei primi del Novecento e lo racconta in chiave contemporanea.

Attraverso un allestimento site specific, ridisegnato sugli spazi del museo capitolino, Visioni del Sud “mette in scena” il Salento tra il 1907 e il 1959, trasformando la maestosa Sala delle Regioni in una grande piazza allestita a festa con una suggestiva installazione fatta di luminarie, che sarà il cuore della mostra. Le luminarie, prodotte dalla storica ditta salentina Parisi Luminarie, verranno accese il giorno dell’inaugurazione e faranno da sfondo allo straordinario set di uno dei dj e producer fra i più stimati sul piano internazionale, il salentino Populous.

Reduce dal successo dell’esposizione a Otranto, questa mostra-laboratorio itinerante promossa da Istituto di Culture Mediterranee (ICM), Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur, curata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore arriva nella Capitale grazie all’impegno dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e del Museo delle Civiltà per far conoscere e valorizzare in modo originale e sperimentale l’archivio fotografico di Giuseppe Palumbo, grande intellettuale e studioso di inizi Novecento, autore di una collezione di oltre 1700 immagini, ecologista ante litteram, esploratore e appassionato del patrimonio preistorico salentino.

Saranno presenti l’Assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone, il Direttore dell’Istituto Centrale per la DemoetnoantropologiaLeandro Ventura, il Direttore del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce Luigi De Luca, la regista e fotografa Cecilia Mangini, la responsabile dell’Archivio Famiglia Palumbo Sig.ra Anna Palumbo e i curatori della mostra Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore.